Francesco Rutelli, le sue parole sul leader della Lega: "Non credo che Salvini sia fascista"

L'ex sindaco della città di Roma ha spezzato una lancia a favore dell'ex ministro degli esteri Matteo Salvini, spiegando che a suo parere non è fascista e nei territori la Lega ha operato bene.

Francesco Rutelli, le sue parole sul leader della Lega: "Non credo che Salvini sia fascista"

Sono arrivate le parole di Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma, che ha avuto la possibilità di parlare di molte tematiche, tra le quali la formazione del governo giallorosso e del leader della Lega, Matteo Salvini. Nel corso dell’intervista al “Corriere”, l’ex vice premier ha voluto spezzare una lancia a favore di Matteo Salvini riguardo alle voci secondo le quali sarebbe fascista.

Rispetto all’argomento, queste sono le dichiarazioni di Francesco Rutelli: “Non credo che Salvini sia fascista e molti leghisti nei territori sono stati buoni amministratori”. Queste sono le parole con le quali ha cominciato l’intervista l’attuale presidente dell’ANICA, che ha parlato anche di altre questioni, facendo notare che l’ex ministro dell’interno deve fare dei cambiamenti se vuole essere alla guida del Paese, richiamandolo ad un approccio meno partigiano.

Rutelli si è dimostrato favorevole rispetto all’idea di varare una legge proporzionale per ridimensionare la Lega di Salvini. Inoltre, ha posto l’accento sul nuovo governo che, a suo parere, avrà il compito di far uscire il Paese dalla fase di polarizzazione e scontro quotidiano.

L’ex primo cittadino di Roma ha fatto notare che deve essere messa una fine alla politiche denigratorie quando ci sono idee di partito differenti. Rutelli si è distinto per aver lanciato molte persone, con le quali ha lavorato nel corso della sua carriera politica.

Un esempio si ritrova in Spadafora, esponente del Movimento Cinque Stelle, e Rutelli ha sottolineato l’equilibrio politico e il buon senso del neo ministro dello Sport, rimasto fedele alle battaglie sui diritti civili. Francesco Rutelli ha voluto riconoscere i meriti dell’attuale segretario del Partito Democratico che ha avuto la capacità di dare al PD un governo ordinato, ma ha fatto notare che dovrà risolvere il problema del pluralismo.

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