Francesca Pascale ammette di non nutrire grandi simpatie per Matteo Salvini

Dal 2012 compagna Silvio Berlusconi, Francesca Pascale ha rilasciato un’intervista al “Fatto Quotidiano” in cui afferma di non nutrire grandi simpatie per Salvini. Allo stesso tempo ha aggiunto che non esiste un successore di Berlusconi.

Francesca Pascale ammette di non nutrire grandi simpatie per Matteo Salvini

Per Salvini non ho particolare simpatia”. A precisarlo non è un leader dell’attuale esecutivo o un esponente del centro-sinistra, ma Francesca Pascale, compagna dal 2012 di Silvio Berlusconi, che con un’intervista al Fatto Quotidiano ha voluto esprimere quella che è la sua opinione sul futuro della coalizione di centro-destra

Lei, storica fondatrice del comitato Silvio ci manchi, ci tiene a prendere le distanze dal leader del Carroccio, un politico che dal suo punto di vista è completamente diverso da Silvio Berlusconi. Quest’ultimo, mosso dai più nobili principi liberali, sarebbe di ben altra pasta rispetto ai sovranisti, che di fatto si fanno strada grazie al populismo e all’estremismo.

Proprio in ragione di questa premessa, Francesca Pascale ricorda che il suo compagno non ha mai avuto bisogno di individuare un nemico contro cui scagliarsi. A guidarlo e a renderlo popolare è stata sempre la speranza, non certo il far leva sulla paura del diverso. Da qui si spiega perché non abbia voluto recarsi a Piazza San Giovanni in occasione della manifestazione di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. 

Non condivido il sovranismo, aborro gli estremismi”, ha aggiunto la 35enne che si dice preoccupata da questa recente deriva autoritaria. “Mi fa paura vedere che l’asse della coalizione si stia spostando verso destra, a discapito dei moderati”, ha aggiunto aprendo il capitolo riguardante l’avvenire non solo della coalizione, ma anche della stessa Forza Italia, partito simbolo dell’ultimo quarto di secolo della politica italiana. 

A fronte dei suoi 83 anni, la Pascale assicura che non esiste un successore a quello che in tanti continuano a chiamare Cavaliere. In merito a questo punto, la stessa Mara Carfagna, pur avendo aperto un fronte di crisi con il leader degli azzurri, ha dimostrato con coraggio di lottare per quegli stessi ideali su cui poggia il partito fondato nel 1994. Ad ogni modo, nonostante la sua apprezzabile intraprendenza, è convinta che non sarà lei l’erede di Berlusconi, anche perché a suo modo di vedere, più che sul prossimo leader, sarebbe opportuno aprire un dibattito sul futuro del partito e della coalizione.

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