In un intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano Claudio Fava, deputato del Gruppo Misto e soprattutto vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia, dice la sua sui commenti di Matteo Renzi ai candidati ‘impresentabili’ delle liste del Pd in Campania, che appoggiano il candidato governatore Vincenzo De Luca: “Ho sentito dire a Matteo Renzi che certi candidati non li voterebbe. Beh, io credo che avrebbe dovuto dire: ‘Io non li candiderei’. C’è una bella differenza sul piano della responsabilità”, dice Fava, che è stato appena incaricato di effettuare, prima del 31 maggio, una verifica sui candidati alle prossime elezioni regionali, seguendo il codice di autoregolamentazione di ogni partito, che impedisce di candidare soggetti che risultano coinvolti in una lista di reati amministrativi o di stampo mafioso, oltre a “gravi condotte” non meglio specificate.
A chi, come Rosy Bindi, fa notare a Fava che si tratta di un “lavoro enorme”, il deputato risponde che questo lavoro non poteva essere fatto prima, dato che le liste sono state chiuse solo pochi giorni fa. Il termine ‘incaricato’ è improprio, dato che è proprio Claudio Fava l’ideatore di questo controllo, che avverrà in questo modo: “Chiederemo l’elenco dei candidati a tutte le prefetture, poi li incroceremo con i dati su rinvii a giudizio e carichi penali pendenti, grazie ai magistrati e agli ufficiali di collegamento con i corpi dello Stato che lavorano con noi”.
Lo stesso Fava, però, ricorda che la commissione non ha poteri sanzionatori, ma “potremo dimostrare dove e come i partiti non hanno mantenuto gli impegni”. I casi principali in Campania, ma anche Calabria, col sindaco di Lamezia Terme arrestato per traffico internazionale di stupefacenti. Alle parole di Renzi e di Luca Lotti (“conosco bene la lista dei Democratici della Campania e non vedo impresentabili”), Fava replica affermando che “È una furbata. Gli impresentabili sono in civiche collegate anche al Pd, perché portano voti. Lo ripeto, l’impegno era quello di non sostenerli, quindi anche di non usarli“.