Eutanasia: referendum a quota 900.000 firme e ora anche la legge

Anche grazie alla spinta che le centinaia di migliaia di firme raccolte per il referendum ha contribuito a dare, la proposta di legge sul fine vita è ricomparsa nell'agenda politica

Eutanasia: referendum a quota 900.000 firme e ora anche la legge

Le firme raccolte per il referendum sull’eutanasia hanno raggiunto quota 900.000, assicurando un grande margine di sicurezza rispetto al numero minimo di 500.000 richiesto dalla legge. Di queste 900.000 circa 600.000 sono cartacee e 300.000 raccolte on line. Dei firmatari on line il 60% sono donne e di queste il 65% ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Le regioni con più firme in proporzione alla popolazione sono, nell’ordine, l’Emilia Romagna (83 su 10.000), la Sardegna (72 su 10.000) e la Lombardia (70 su 10.000).

Anche il Parlamento, dopo esse stato a lungo latitante, batte un colpo e manda un primo segnale. La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso di calendarizzare per il prossimo 25 ottobre l’arrivo in aula della proposta di legge.Con tutta probabilità il cammino è ancora lungo perché le forze politiche su un tema così delicato scontano divisioni anche al proprio interno, ma è un inizio incoraggiante e di questo prende atto con soddisfazione l’Associazione Luca Coscioni, principale promotrice del referendum.

Rocco Berardo, membro della giunta dell’associazione, ha riconosciuto al Parlamento di essersi svegliato, grazie anche alla sollecitazione dovuta alle centinaia di migliaia di firme raccolte. Berardo ha tenuto a precisare che la proposta di legge e il referendum sono due cose diverse, anche se corrono su binari paralleli.

Nello specifico: col referendum si chiede di abrogare parzialmente l’art. 579 del Codice Penale che punisce l’omicidio del consenziente e quindi introduce il principio dell’autodeterminazione della persona sul fine vita. La proposta di legge, il cui testo è stato approvato il 6 luglio scorso dalla Commissione giustizia e affari sociali della Camera, si propone di consentire a una persona, in determinati casi e specifiche condizioni, di chiedere assistenza medica per porre fine alla propria vita in modo volontario, dignitoso e consapevole.

Una volta stabilito il calendario dei lavori, si inizierà con l’esame e il voto dei circa 400 emendamenti presentati. La forza politica che, con ogni probabilità, voterà contro l’approvazione della legge è Fratelli d’Italia, anche se la capogruppo in commissione giustizia, Maria Carolina Varchi, ha affermato che non faranno ostruzionismo e i numerosi emendamenti presentati hanno lo scopo principale di avere garanzie sulle cure palliative.

La futura legge sul fine vita, allineerà l’Italia agli altri paesi europei, essendo l’ultima nazione, insieme all’Irlanda, in cui l’eutanasia è ritenuta illegale e colmerà un vuoto normativo che la Corte Costituzionale in più occasioni, in ultimo con la sentenza n. 242 del 2019, ha segnalato al legislatore.

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