Enrico Letta, dote da destinare ai 18enni

Enrico Letta ha presentato la proposta di aumentare la tassa di successione per poter creare un fondo da destinare ai diciottenni e contribuire alla loro formazione. Una proposta sostenuta dal centrosinistra, ma che ha già avuto le prime critiche dalla Lega.

Enrico Letta, dote da destinare ai 18enni

Che l’Italia non sia un paese per giovani non è di certo l’ultima news, ma ancora meno scontato è leggere le numerose critiche arrivate dal centrodestra alla proposta di Enrico Letta,

Il neo segretario del PD vorrebbe creare una dote economica per i 18enni, al fine di diminuire le disuguaglianze sociali per quella fascia d’età che Letta chiama “generazione Covid“, cioè tutti coloro che oggi hanno dai 13 ai 17anni e che, in questi due anni, hanno perso molto più di altri, in termini di conoscenze e relazioni sociali.

La dote arriverebbe a circa 280.000 ragazzi e ragazze ogni anno.

La proposta spiegata nel dettaglio

Si tratta di una dote economica, del valore di 10 mila euro, da assegnare ai 18enni in base all’Isee dichiarato dalla famiglia di appartenenza. Un modo, questo, per venire incontro alle molte famiglie italiane che non possono sostenere spese relative al futuro dei loro figli. Infatti questi soldi possono essere utilizzati solo per scopi ben precisi: aiutare i ragazzi che vogliono proseguire il loro percorso di studi e formazione dopo la maturità, coloro che hanno un progetto di lavoro imprenditoriale che vorrebbero realizzare, o desiderano avere una casa propria.

Il costo della misura è di circa 2,8 miliardi all’anno finanziabili non attraverso il PNRR, il che significherebbe addossare ulteriore debito sugli stessi giovani beneficiari dello strumento, ma bensì attraverso una modifica, in senso progressivo, alle aliquote sull’imposta sulle successioni. Ed è questa la novità della proposta, che non viene ben vista da una parte della politica.

In sostanza, Letta propone di portare al 20% l’aliquota massima di tassazione esclusivamente per eredità e donazioni tra genitori e figli che sono superiori a 5 milioni di euro, ovvero solo l’1% della popolazione italiana. Una proposta che, oltre a compensare eventuali mancanze economiche famigliari e sociali, porterebbe l’Italia ad adeguarsi alle altre Nazioni europee. L’Italia, infatti, ha la tassa di successione per eredità milionarie più bassa in Europa, al 4%, in Germania arriva al 30%, in Gran Bretagna il 40% e fino al 45% in Francia. Di conseguenza, l’Italia incassa molto meno rispetto ai nostri vicini, circa 800 milioni l’anno, contro i 7 miliardi della Germania e i 14 miliardi della Francia.

Ma cosa pensano i vari partiti di questa proposta?

Il PD, e più in generale tutto il centrosinistra, ovviamente sostengono il segretario Letta nel portare avanti la proposta, ma soprattutto a rimettere in primo piano la crescita e il futuro dei giovani italiani. Le critiche arrivano invece dalla Lega e da Fi, assolutamente contrari all’eventualità di alzare l’imposta di successione per una piccola parte della popolazione italiana. Dello stesso parere anche il Presidente del Consiglio Draghi, il quale ha bocciato la proposta durante la conferenza stampa sul decreto sostegni, affermando: “Non ne abbiamo mai parlato, non l’abbiamo mai guardata, ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli”. Dunque è una strada tutta in salita per Letta, il quale non si arrenderà facilmente.

Continua a leggere su Fidelity News