Elezioni, il 4 marzo 2018 si vota: Mattarella ha sciolto le Camere

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha firmato il decreto, si voterà il 4 marzo. Gentiloni traccia il bilancio della legislatura: "Siamo all'inizio di questo percorso. C'è molta strada da fare"

Elezioni, il 4 marzo 2018 si vota: Mattarella ha sciolto le Camere

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, sentiti i Presidenti della Camera e del Senato, secondo quanto previsto dall’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento dei due rami del Parlamento, controfirmato da Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri.

Nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri si ha l’indizione delle prossime elezioni fissate per il 4 marzo 2018, in seguito allo scioglimento delle Camere. Subito dopo, il 23 marzo, saranno convocate le Camere per una prima seduta dopo le elezioni allo scopo di eleggere i rispettivi presidenti.

Tracciando un bilancio della legislatura, durante la conferenza stampa di fine anno, il premier Paolo Gentiloni ha dimostrato una certa soddisfazione, “l’Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra“.

Il governo in questo tempo affidato al presidente della Repubblica, Mattarella nel suo ruolo di garante, “non tira i remi in barca“, ma “governerà“. Gentiloni assicura che pur impegnandosi nella campagna elettorale del pd continuerà a svolgere il suo ruolo fondamentale di presidente del Consiglio fino alle prossime elezioni, poi si vedrà e aggiunge: “Sognerei altre panchine” e un “esecutivo con determinate caratteristiche“.

Il Premier ha sottolineato il fatto importante di essere arrivati allo scioglimento delle camere in modo naturale, senza “interruzioni brusche e traumatiche“, che avrebbero appesantito la situazione economica italiana. E aggiunge: “Non dilapidare gli sforzi fatti fino ad ora deve essere il primo impegno della prossima legislatura, sarebbe da irresponsabili non impegnarsi”. Il percorso è all’inizio, ha affermato il Premier, e la strada da fare è ancora molta! Il governo Gentiloni, poggiava su sconfitte, dimissioni e difficoltà, ma come egli stesso afferma: “non abbiamo tirato a campare“.

L’Italia sta crescendo, in quest’ultimo anno “ha preso un buon ritmo“, sta viaggiando “al doppio delle previsioni di un anno fa“. Non siamo più noi il fanalino di coda dell’Europa“, un milione di posti di lavoro sono stati recuperati, per la maggioranza a tempo indeterminato, ma, ha detto con un po’ di tristezza il Premier Gentiloni: “C’è poco da rallegrarsi, basti pensare ai giovani, al Sud, al tasso di occupazione generale ancora bassissimo, alle donne, al precariato”. E’ necessario andare avanti con tenacia sulla strada intrapresa.

Gentiloni ha toccato anche l’argomento Ius Soli che per archiviarlo – ha detto – bisognerebbe bocciarlo. Convinto di quanto sia importante afferma: “Sappiamo che il futuro si gioca sulla nostra capacità di non escludere e di non respingere, perché chi semina esclusione e respinge raccoglie odio. Ma non abbiamo avuto i numeri, non ci siamo riusciti”. A questo proposito il governo, ha ribadito Gentiloni, non ha mai avuto incertezze, l’unica certezza è stata “la mancanza dei numeri“.

Parlando delle Banche, il presidente del Consiglio ha affermato che il governo è stato capace di evitare “conseguenze di una crisi di sistema“, grazie alla negoziazione con l’Ue sulle condizioni per i salvataggi, ma bisognerà vigilare ancora perché “il risanamento prosegua“.

Il tema dei diritti secondo Gentiloni “è un capitolo incompiuto ma storico“: le unioni civili, il reato di tortura, la legge sui minori che non sono accompagnati, la legge sulla violenza nelle donne, il biotestamento: tutti argomenti discussi da 16 anni finalmente approvati.

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