Sono tanti, in realtà, i motivi che potenzialmente hanno potuto indurre un italiano su due a non entrare in cabina elettorale: lo scandalo degli impresentabili, il ponte del 2 giugno, o forse semplicemente un sempre minor interesse alla politica italiana, fatto sta che il dato è questo: l’affluenza alle urne delle elezioni amministrative del 31 maggio è del 50,4%. Per fare un raffronto, sono stati persi 8,2 punti percentuali rispetto al dato, pur basso, delle elezioni europee del 2014, che fecero attestare un 58,6% di affluenza.
La Regione più al ribasso è la Toscana, che perde più di 12 punti percentuali rispetto allo scorso anno (60,92% contro il 48,24% attuale), mentre in Liguria il crollo si ‘ferma’ all’11,3%, contro il 10% dell’Umbria. Nelle Marche, invece, si è addirittura scesi sotto la soglia del 50%, con il 49,78% degli aventi diritto che si è recato alle urne per esprimere il proprio voto.
Ben più alta, ma comunque a livelli più bassi rispetto alle precedenti, la percentuale delle elezioni comunali. Alle 23 di stasera, infatti, l’affluenza si attestava al 65%, contro il 73% delle precedenti comunali. Perde 9 punti percentuali il Friuli Venezia Giulia (56,53% contro il precedente 65,16%), dove nelle scorse elezioni comunali si votò in 3 giorni, così come in Sicilia (che prevede la votazione spalmata in 2 giorni anche in queste elezioni), che alle 22 di domenica sera ha un’affluenza del 48,58%. Più alti, seppure in netto calo, i dati che provengono dalle comunali in Veneto, dove ha espresso il proprio voto il 62,33% degli aventi diritto, contro il 70,70% del 2010. Maurizio Lupi, capogruppo di Area Popolare, ha affermato a Porta a Porta: “Da due anni non riusciamo a recuperare la fiducia dei cittadini”. E in effetti, questi dati sono decisamente allarmanti, sintomo proprio di quella mancanza di fiducia di cui parla Lupi, ma che rappresenta la normale risposta dei cittadini ai continui scandali che hanno investito i politici, Lupi compreso.