Don Biancalani "linciato" sul web per un post satirico contro il governo

Il prete di Vicofaro pubblica una immagine con i ministri su un gommone. Ma i fedeli insorgono: "La pacchia dell'immigrazione è finita". E Susanna Ceccardi rincara la dose: "Ci sono troppi parroci che vogliono fare politica invece di fare i preti".

Don Biancalani "linciato" sul web per un post satirico contro il governo

Don Biancalani è il parroco di Vicofaro a inizio 2019 aveva pubblicato un post con queste parole: “Speriamo in un 2019 senza razzismo, xenofobia e leghismo!”.

Poche ore dopo aveva aggiunto un altro post: “Speriamo nel 2019”, con una immagine che riprendeva un gommone in mezzo al mare con sopra tutti i membri del governo Lega-5Stelle e la scritta a caratteri cubitali: “I have a dream“.

Le reazioni

Questo post ha scatenato la reazione del popolo del web che non ha gradito l’ennesima invadenza della Chiesa nella politica e ha reagito con messaggi alquanto infuocati. I più gettonati sono stati i commenti che facevano riferimento al business dei migranti.

A questi si sono poi aggiunti altri commenti negativi nei confronti del prete; commenti pieni di insulti e di manifestazioni di odio contro la Chiesa. Una girandola di messaggi di fuoco provocati dall’esibizione di un parroco che non è nuovo alle polemiche. Già qualche mese fa aveva pubblicato un post con la stessa immagine ed il risultato era stato più o meno identico. In aggiunta, qualcuno gli aveva anche suggerito di indossare una maglietta rossa al posto della tonaca.

Nel dibattito è intervenuta anche la leghista Susanna Ceccardi, che ha detto: “Ci sono troppi parroci che vogliono fare politica invece di fare i preti. Stiano dietro ai parrocchiani e ai profughi che ospitano, visto che molti di loro finiscono per essere arrestati per spaccio”, riferendosi alle passate vicende di alcuni ospiti del parroco di Vicofaro.

Lo scontro tra Chiesa e fedeli, in merito alla gestione dei migranti, sembra quindi destinata a non finire. Con altri prevedibili botta e risposta tra i prelati che tifano per l’accoglienza, non si sa bene se in nome della solidarietà o del business, e i fedeli che vedono nel Vaticano un nemico per l’identità nazionale.  

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