Divorzio breve, dopo uno stop, riprende l’iter parlamentare

Dopo tanti anni di leggi volute e mai approvate, e dopo uno stallo durato mesi, è ripartito l'iter parlamentare per il divorzio breve, che apporta svariate novità legislative. Il primo si arriva dalla commissione in Senato

Divorzio breve, dopo uno stop, riprende l’iter parlamentare

Dopo anni in cui si è provato a mettere mano alla legge sul divorzio, da ieri l’iter parlamentare ha ripreso il suo cammino in tale senso e la commissione al Senato, ha dato il primo via libero alle modifiche.

Tali modifiche non saranno di piccolo impatto, tutt’altro, visto che sono previsti cambiamenti importanti, sia a livello economico che di tempistica. Prima di tutto, in teoria, il divorzio breve consensuale, dovrebbe avere una durata di 6 mesi massimo e la comunione dei beni dei coniugi avrà decadenza non appena il giudice sentenzierà il divorzio. Se tale scelta non sarà consensuale, i tempi si dovrebbero allungare a circa 12 mesi.

Accedere al divorzio breve però, non sarà prerogativa di tutti, visto che verranno inseriti dei paletti importanti, come ad esempio quelli di non avere figli minori a carico, non avere figli portatori di handicap, non avere figli non autonomi economicamente sotto i 26 anni di età.

L’iter parlamentare si preannuncia comunque ancora lungo e abbastanza complesso, visto che questo DDL di legge sta mettendo abbastanza in crisi la maggioranza, con la forza politica NCD abbastanza contraria a queste modifiche dei tempi.

Il problema comunque non è solo all’interno della maggioranza, visto che anche le forze di opposizione, come Lega e Forza Italia, si sono espresse contrarie a tale norma. Per quanto riguarda gli altri gruppi parlamentari invece, il DDL ha trovato appoggio nel Movimento 5 stelle, alcuni esponenti del Pd, alcuni in realtà anche di Forza Italia e del Psi.

La soluzione al momento non sembra in realtà così vicina, anche se indubbiamente un primo passo è stato fatto. Le norme comunque, potranno essere ulteriormente modificate durante l’iter, che dovrà passare sia al Senato che al Parlmento, e quindi, modifiche importanti potranno sempre essere possibili.

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