Oggi, con ogni probabilità, verrà dato alla Camera l’ok definitivo per l’approvazione del divorzio breve, cambiando una legge presente in Italia da oltre 40 anni, da quando fu introdotta, nel 1970, la cosiddetta legge ‘Fortuna-Baslini‘, che permetteva lo scioglimento del matrimonio a condizioni molto più agevoli. Il problema di quella legge, però, erano i tempi in cui il divorzio era effettivamente ottenuto, 3 anni: un’eternità, in sostanza. Grazie alla legge sul divorzio breve, invece, sarà possibile sbrigare le pratiche del divorzio in 6 mesi, o al massimo in un anno, nel caso si decidesse di ricorrere al giudice. La norma non prevede tempi allungati, anche nel caso della presenza dei figli, mentre restano i due gradi di giudizio. Il limite temporale, inoltre, decorre dalla comparsa dei coniugi dinanzi al giudice.
La deputata del PD Alessia Morani, relatrice della legge, non può che essere soddisfatta del cambiamento epocale che sta per avvenire: “Si tratta di una norma di civiltà“, ha affermato la Morani, “sono decenni che il Paese aspettava una norma che accorciasse i tempi del divorzio, così da attutire anche quelle conflittualità coniugali di cui sono vittime, molto spesso, i figli della coppia che sceglie di separarsi”. L’introduzione del divorzio breve, inoltre, prevede anche importanti novità per quel che riguarda la divisione dei beni: la comunione dei beni cesserà, infatti, al momento in cui il giudice autorizza i coniugi a vivere separati.
Questa legge avrà applicazione immediata, ovvero anche per quel che riguarda i procedimenti tuttora in corso. Dopo una lunga battaglia per convincere coloro i quali parteggiavano per il divorzio immediato (bypassando, cioè, lo step della separazione), ha vinto la corrente del divorzio breve: in caso contrario, infatti, ci sarebbe stato inevitabilmente un rallentamento in Parlamento, visto che su questa seconda opzione erano già emerse divergenze politiche che avrebbero rischiato di spaccare la maggioranza.