La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha deciso che il Senato dovrà pronunciarsi il prossimo 27 novembre sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
La decisione, presa a maggioranza, ma non all’unanimità, verrà ora sottoposta a una votazione da parte dell’Aula, dal momento che Movimento 5 Stelle e Sel vi si sono opposti, preferendo anticipare il voto. Se il calendario verrà confermato, il voto sulla decadenza si terrà dopo il via libera alla legge di stabilità.
Il Pdl intanto torna a mettere in discussione la validità del voto sulla decadenza di Berlusconi da parte della giunta del Senato, voto che sarà palese, chiedendo e ottenendo la convocazione del consiglio di presidenza per valutare la pregiudiziale, prima del voto dell’Aula.
Intanto Silvio Berlusconi riapre il discorso “grazia”, affermando che il presidente Giorgio Napolitano è ancora in tempo per concedergli l’atto di clemenza. “Mi dicono che per avere la grazia bisogna aver iniziato a scontare la pena. Dunque, sarebbe ancora in tempo”, afferma Bruno Vespa che ha raccolto le riflessioni di Berlusconi nel suo nuovo libro.
La data dell’intervista non viene resa nota, ma Vespa scrive che finora non è stata presentata alcuna domanda da parte di Berlusconi, della sua famiglia e dei suoi avvocati al capo dello stato. Napolitano, sempre a quanto riferito dal giornalista, ricevette riservatamente il 9 agosto Gianni Letta e Franco Coppi, difensore del Cavaliere, incaricati di sondare “discretamente” le intenzioni del presidente sulla possibilità della grazia. Colloquio giudicato positivo dai diretti interessati, anche se poi il presidente Napolitano, sempre stando alle parole di Vespa, si sarebbe irrigidito per le dimissioni in massa, poi revocate, dei parlamentari del Pdl e da allora non si è più parlato di grazia.
Staremo a vedere se il 27 novembre avrà finalmente fine questo tira e molla, che ha distolto l’attenzione di tutti da questioni ben più importanti per il nostro Paese.