Ddl Zan, frena anche uno dei fondatori dell’Arcigay: "Può essere una legge dannosa"

L'ex senatore Silvestri, omosessuale dichiarato e fondatore dell'Arcigay, teme che la legge possa autorizzare l'utero in affitto e censurare la libertà di parola

Ddl Zan, frena anche uno dei fondatori dell’Arcigay: "Può essere una legge dannosa"

Giampaolo Silvestri è uno dei fondatori dell’Arcigay, ne fu anche presidente, ma l’abbandonò quando divenne chiaro che uno degli obiettivi delle Lgbt era legittimare l’utero in affitto, perché lì girano tanti soldi. Silvestri fu senatore con i Verdi e poi con i Comunisti italiani. Omosessuale dichiarato, fu il primo a far approvare l’asilo politico in Italia per motivi di discriminazione sessuale.

Adesso, però, esprime perplessità sul ddl Zan. Una legge che secondo lui permettebbe allo Stato di entrare troppo nell’intimità dei cittadini, valutando le persone non più in base al sesso biologico, ma in base a ciò che si sentono. Questo sarebbe dannoso, perché un uomo che si sente donna potrebbe accedere ai servizi per donne, entrare nei bagni delle donne, partecipare a competizioni sportive riservate alle donne. Stessa cosa varrebbe per una donna che si sente uomo. Già adesso in certi Paesi del mondo, come gli Usa, i detenuti gay hanno chiesto di essere trasferiti in penitenziari femminili, e le detenute gay in quelli maschili. Con tutti i rischi che questo comporta per l’ordine pubblico. 

Silvestri contesta il principio dell’identità di genere. Per lui il sesso non lo scegli, lo acquisci dalla nascita. Lo si può cambiare, ma ciò non toglie che un uomo nasce uomo e che una donna nasce donna, aldildà delle percezioni. Ma per l’ex senatore abbiamo una legge, quella Zan, che tende a trasformare i sessi senza sostegni sociali e psicologici, come se fosse la boutade della serata. 

Silvestri teme anche che la ddl Zan possa avere una deriva liberticida per quanto riguarda la libertà di opinione, delegando tutto alla discrezionalità dei giudici che dovranno stabilire il confine tra un’opinione e un’offesa. Dire che un bambino dovrà avere un papà e una mamma e non il genitore 1 e il genitore 2 potrebbe già essere intepretato come istigazione all’odio contro chi segue questa logica? Potrebbe succedere.

Silvestri dà anche ragione al Vaticano, che è entrato a gamba tesa sulla questione:“Oggettivamente come Stato è nel giusto, perché esiste il Concordato, anche se io sono contrario al Concordato”. Infine l’appello al Papa: “Francesco approfitti del Giubileo del 2025 per chiedere perdono alle persone omosessuali che hanno avuto le vite rovinate. Mi riferisco alla storia passata, non a oggi, ma la Chiesa non ha mai chiesto perdono”.

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