Datagate, Russia: gadget in regalo per spiare l’Europa

Corriere della Sera La Stampa e il rivelano che all’ultimo G20 a San Pietroburgo i russi hanno regalato ai leader mondiali chiavette usb spia. Ma Mosca replica: "Solo un modo per non pensare al vero problema, gli Usa"

Datagate, Russia: gadget in regalo per spiare l’Europa

Al Vertice del G20 di San Pietroburgo, il 5 settembre scorso, i russi hanno regalato ai leader mondiali vari gadget, tra cui chiavette Usb e cavi per la ricarica dei telefonini cellulari che fungevano da spie per intercettare i contenuti dei loro cellulari e computer. È quanto riportano oggi il Corriere della Sera e La Stampa.
Il primo a stupirsi del regalo è il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che una volta rientrato a Bruxelles, incarica i responsabili della sicurezza di effettuare accertamenti su tutti i dispositivi. Si decide di chiedere l’ausilio dei servizi segreti tedeschi e il responso è stato immediato: “Le chiavette Usb e i cavi di alimentazione sono idonei alla captazione clandestina dei dati di computer e telefoni cellulari”, si legge nella comunicazione inviata alle intelligence degli Stati membri. È necessario “adottare ogni possibile precauzione nel caso questi oggetti siano stati utilizzati e in caso contrario di affidarli alle strutture di sicurezza per ulteriori controlli”.

Dal Cremlino arriva la pronta smentita da parte di Dimitri Peskov, portavoce di Vladimir Putin, il quale ha affermato che si tratta di “un chiaro tentativo di sviare l’attenzione da un problema realmente esistente, l’attività di spionaggio Usa oggetto di discussione ora tra le capitali europee e Washington”.

Intanto, sulla questione delle intercettazioni al cellulare privato della cancelliera tedesca Angela Merkel, gli apparati di intelligence e di sicurezza in questi giorni hanno rassicurato sul livello di protezione delle comunicazioni dei vertici di Palazzo Chigi. Infatti, la protezione delle comunicazioni del presidente del Consiglio, Enrico Letta e degli stessi ministri è affidata all’Aisi, l’ex Sisde, e un funzionario del “ComSec” segue sempre il premier con una valigetta di apparati di protezione delle comunicazioni riservate.

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