E’ ufficiale: da oggi il divorzio breve è diventato una realtà a tutti gli effetti. Lo scattare della mezzanotte è infatti coinciso con l’entrata in vigore della cosiddetta “rivoluzione dei matrimoni”, che permetterà di accorciare drasticamente i tempi di separazione, specialmente nei casi in cui la decisione sia consensuale da ambo le parti. Il provvedimento era stato approvato lo scorso 23 Aprile dalla Camera, venendo poi pubblicato il 6 Maggio sulla Gazzetta ufficiale, com’è d’uopo. E da oggi, è finalmente diventato effettivo.
Fino a ieri infatti, non era prevista la possibilità di concedere il divorzio prima dei 3 anni in caso di volontà unilaterale da parte di uno dei due partner, mentre ora i termini per il cosiddetto “divorzio giudiziale” sono stati ridotti a 12 mesi. Dopo un anno di separazione dunque, se uno dei due coniugi manterrà la volontà di cessare il rapporto, l’autorizzazione al divorzio dovrà essere concessa per legge. La separazione consensuale invece sarà ancora più breve: sarà possibile divorziare 6 mesi dopo la richiesta, nel caso in cui entrambe le parti siano concordi, indipendentemente dalla variabile rappresentata dalla prole.
Inoltre, la nuova legge sul divorzio breve sarà disponibile anche per i procedimenti in corso. Ciò significa però un lavoro extra per i tribunali civili, in quanto la retroattività del provvedimento di divorzio breve rischia di causare dei veri e propri ingorghi: “Secondo le nostre stime, quest’anno ci sarà il doppio di richieste di divorzio-ha affermato Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani-normalmente sono cinquantamila procedimenti all’anno, ma dato che si sono create d’improvviso le condizioni per tanti che erano a metà percorso, ne arriveranno altrettanti tra Giugno e Luglio”.
Non ci saranno dunque più divorzi in senso pratico, ma piuttosto accorciare i tempi significa dover rispondere anche alle richieste “in coda” da un anno o due, improvvisamente balzate in avanti; in questo modo, la cosiddetta “onda lunga” andrà a raddoppiare il lavoro dei tribunali civili, rischiando di scatenare un vero e proprio caos burocratico. In ultima, si registra anche la nuova possibilità di effettuare la separazione dei beni non appena il giudice autorizzerà i due coniugi a vivere separati.