Crisi di Governo: Giuseppe Conte ottiene la maggioranza relativa con 156 "sì". IV si astiene, FI espelle due membri

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ottiene, grazie a 156 voti, la maggioranza relativa. Ma le polemiche potrebbero continuare nei prossimi giorni, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che hanno chiesto immediatamente un confronto al Colle.

Crisi di Governo: Giuseppe Conte ottiene la maggioranza relativa con 156 "sì". IV si astiene, FI espelle due membri

Alle 21:19 del 19 gennaio sono iniziate le votazioni dei senatori che si sono dovuti esprimere sulla fiducia al premier Conte. Proprio il presidente del Consiglio, durante il suo discorso in aula, ha dichiarato: “Su responsabili no logiche di annessione, ma un invito franco per rimanere tutti a testa alta. Se non ci sono numeri esecutivo va a casa. Siamo in democrazia”.

Nonostante la crisi sia partita proprio da Matteo Renzi, l’onorevole ha ribadito nuovamente in aula di astenersi al voto: “Noi pensiamo che il suo Governo non sia il migliore governo del mondo, pensiamo che per la tragedia in corso, per la pandemia ci sia bisogno di un Governo più forte”.

L’esito delle votazioni e le reazioni dell’opposizione

Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato della Repubblica, ha dovuto risolvere prima il caso legato ai senatori Alfonso CiampolilloRiccardo Nencini. Entrambi hanno chiesto infatti di votare sul filo del rasoio e solamente dopo un controllo delle registrazioni è stato permesso ai due politici di votare.

Dopo una decina di minuti sono stati svelati i voti: davanti a 313 senatori, su cui 312 votanti, il Governo è riuscito a ottenere la maggioranza relativa con 156 voti favorevoli (compresi due di Forza Italia, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, di cui Antonio Tajani ha promesso l’espulsione a tempo debito), 140 no e 16 astenuti (tutti provenienti da Italia Viva).

Matteo Salvini in collegamento dal Senato ha rilasciato una intervista al TG1 in cui chiede immediatamente un confronto con il Presidente della Repubblica: “C’è un governo che non ha la maggioranza e passa il tempo a convincere, non voglio pensare con quali proposte, qualcuno a cambiare casacca, un governo che da oggi, se c’è, è ancora più debole, non credo che il garante della Costituzione potrà osservare questo scempio ancora a lungo”. Dello stesso pensiero Giorgia Meloni, che ha chiesto nel più breve tempo possibile un confronto al Colle.

Dello stesso pensiero Claudio Borghi Aquilini, senatore della Lega, che sottolinea come il Governo abbia ottenuto la fiducia grazie soprattutto ai tre voti ottenuti dai senatori a vita, dai due traditori di Forza Italia e dai due “ritardatari” Nencini e Ciampolillo.

Continua a leggere su Fidelity News