Crisi di Governo: 600 parlamentari senza pensione in caso di elezioni anticipate

La crisi di Governo, aperta dopo il risultato referendario, ha fatto emergere un'altra sconcertante verità: sono circa 600 i parlamentari italiani che rischiano di perdere la pensione se si dovesse andare al voto prima del mese di settembre del 2017.

Crisi di Governo: 600 parlamentari senza pensione in caso di elezioni anticipate

Il recente risultato referendario e le conseguenti dimissioni del premier italiano Renzi hanno di fatto aperto una profonda crisi di Governo che, con tutta probabilità, indurrà il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ad indire nuove elezioni.

Che siano in tanti a non volere andare alle urne è cosa nota, ma forse non lo è il fatto che ci sono circa 600 parlamentari – senatori e deputati – che rischiano di non raggiungere il loro diritto alla pensione se il voto avvenisse prima di settembre 2017. Un fatto che preoccupa non poco le sorti di 209 parlamentari del Partito Democratico, nonchè di molti ex M5s che fanno parte del Gruppo misto.

I suddetti parlamentari, infatti, al momento non hanno ancora raggiunto i requisiti di legge per poter ottenere il diritto alla pensione che, secondo il regolamento del gennaio 2012 attualmente in vigore, si otterrebbe invece al raggiungimento dei 4 anni, sei mesi ed un giorno di lavoro.

Com’è noto, i contributi previdenziali dei parlamentari vengono trattati con la gestione separata, dunque per costoro è impossibile ricongiungerli con altri contributi previdenziali, a cui è preclusa anche la possibilità del riscatto. Dunque se non si maturano i requisiti si perde tutto quanto è stato finora versato.

I requisiti previsti dall’allora Governo Monti sono quelli anagrafici e contributivi; in sintesi, si ottiene il vitalizio al raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età e dopo aver superato i quattro anni, sei mesi ed un giorno di mandato parlamentare.

Ma ai più bravi viene dato una sorta di bonus; infatti, per ogni anno di mandato in più, oltre al quinto, il requisito dell’età diminuisce, fino a 60 anni. In pericolo quindi tutti coloro che sono alla loro prima esperienza parlamentare che – in numeri – si sintetizza con 417 su 630 alla Camera e 191 su 315 al Senato.

Se i media e i giornali mandassero in continuazione in onda le dichiarazioni dei vari parlamentari sulla possibilità di voto anticipato, sono in tanti – a telecamere spente – ad ammettere che la preoccupazione di tanti di loro e ciò di cui si discute molto nei corridoi di Palazzo Madama e di Montecitorio ed è appunto il loro rischio di perdere la pensione. Ma anche in questo caso – siamo certi – riusciranno a trovare un’abile soluzione.

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