Covid-19, senza Green Pass niente smart working per i dipendenti pubblici

Questo si legge nella bozza delle linee guida preparate dai ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza. Senza certificazione niente stipendio per i dipendenti pubblici, consentire smart working sarebbe aggiramento della norma.

Covid-19, senza Green Pass niente smart working per i dipendenti pubblici

Dal 15 ottobre diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori essere muniti di Green Pass, ovvero la certificazione che informa di come il singolo soggetto sia stato vaccinato contro il Covid-19 oppure sia guarito dalla malattia nei sei mesi precedenti. Potrà ottenere il Pass anche chi presenterà un tampone negativo nelle 48 precedenti. Ciò varrà anche per i dipendenti pubblici. Chi entro il 15 ottobre non presenterà a lavoro l’avvenuta vaccinazione non riceverà più lo stipendio e sarà momentaneamente sospeso dal lavoro, salvo rimettersi in regola entro la fine dell’anno.

Il Governo non ha stabilito difatti il licenziamento immediato del lavoratore, che avrà diritto a mantenere il suo posto di lavoro almeno fino alla fine del 2021. L’assenza da lavoro, considerata ingiustificata, non permetterà di maturare il periodo di tempo necessario per otterene gli scatti, le progressioni e la pensione. Ma le cose si complicano anche per quei dipendenti pubblici che lavorano in smart working: chi non è vaccinato non potrà accedere infatti al lavoro agile. 

Controlli serrati

“Non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo del predetto obbligo, individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione” – così recita la bozza del documento che i ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza hanno redatto. Insomma nell’Esecutivo permane la linea dura. In sostanza consentire lo smart working ai dipendenti non vaccinati sarebbe un aggiramento della normativa.

Dovranno esibire la certificazione verde anche “i visitatori e le autorità politiche o i componenti delle giunte e delle assemblee delle autonomie locali e regionali”, ma non gli utenti che si recano negli uffici pubblici per vedere erogato un determinato servizio che l’amministrazione è tenuta a prestare. 

Sarà il datore di lavoro a garantire che tutte le misure di sicurezza vengano rispettate. Le verifche potranno essere effettuate direttamente ai tornelli di ingresso o mediante l’installazione di apposite strumentazioni. Ci sarà anche la possibilità di svolgere i controlli a campione tramite un addetto, che sarà effettuata dal responsabile di ciascun dipartimento. 

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