Covid-19, il Tar del Lazio boccia la circolare del ministero della Salute sulla "tachipirina e vigile attesa"

La decisione è arrivata in queste ultime ore e libera i medici di medicina generale dalle stringenti norme del Governo. I medici potranno curare i pazienti come ritengono opportuno, con farmaci generalmente utilizzata per curare i pazienti Covid anche nei primissimi giorni della malattia.

Covid-19, il Tar del Lazio boccia la circolare del ministero della Salute sulla "tachipirina e vigile attesa"

Importantissima decisione del Tar del Lazio circa la pandemia di Covid-19 e le relative cure. Il Tribunale amministrativo regionale ha ribaltato la nota ministeriale dell’aprile 2021, che prevedeva la somministrazione di “tachipirina e vigile attesa” dopo la comparsa dei sintomi da Covid-19 nei pazienti infettati dal Sars-CoV-2. In pratica con questa decisone si liberano i medici dalle stringenti norme del Governo, i quali adesso potranno curare i pazienti come ritengono più opportuno e sempre con farmaci generalmente utilizzati per la cura della malattia Covid-19.

Nel documento del Tar, che ha accolto il ricorso dei medici del Comitato Cura Domiciliare, si ribadisce che la nota del ministero della Salute “contrasta con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale imponendo, anzi impedendo, l’utilizzo di terapie eventualmnente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia Covid-19 come avviene per ogni attività terapeutica” – questa la nota del Tar. 

Meloni all’attacco: “Maggioranza prenda atto del fallimento”

Quello sul metodo “tachipirina e vigile attesa” è stato un argomento molto dibattuto in questi mesi, questo perchè secondo molte persone ed esperti tale metodologia impediva a volte di curare i pazienti affetti da Covid nei primissimi momenti della malattia. Bisogna comunque ricordare, questo per dovere di informazione, che al momento non esistono terapie standard e ufficializzate per combattere il Sars-CoV-2.

Ma sicuramente adesso i medici potranno valutare le condizioni cliniche del paziente e somministrare i farmaci più adatti. Secondo Claudio Circelli, presidente della Simg (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie) il medico deve comunque somministrare in una fase “farmaci sintomatici e non altri medicinali come antibiotici, anticoagulanti e cortisonici che vanno prescritti in caso di peggioramento e ricovero ospedaliero”.

Sulla stessa linea Giuseppe Remuzzi direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, il quale in una intervista per il Corriere della Sera di qualche giorno fa aveva affermato che “l’impiego di antinfiammatori non steroidei utilizzati ai primi sintomi della malattia riduce del 90% l’evoluzione verso le forme gravi e l’ospedalizzazione” – questo il commento dell’esperto.

Dopo la decisione del Tar del Lazio l’opposizione del Governo è andata all’attacco, in particolare la leader di Fratelli D’Italia, Giorgia Meloni, la quale ha fatto sapere che questa decisione rappresenta la “pietra tombale” sul ministro Speranza. La Meloni si augura che dopo la decisione del Tribunale la maggioranza prenda atto del proprio fallimento. 

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