Cosa ci aspetta con il prossimo DPCM dal 6 gennaio fino 15 gennaio

Proprio oggi Conte si è riunito per stabilire le nuove restrizioni che resteranno in vigore fino al 15 gennaio con l’intento di arrestare le seconda ondata che è ancora molto attiva, e cercare di evitare l'arrivo della terza ondata.

Cosa ci aspetta con il prossimo DPCM dal 6 gennaio fino 15 gennaio

Proprio oggi il Premier Conte ha riunito un tavolo di lavoro tra i vertici di governo ed i membri del CTS (Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute) per cercare di stabilire quali sono le manovre da mettere in atto nell’arco di tempo che va dal 6 gennaio al 15 di gennaio 2021, data in cui verrà emesso il nuovo dpcm in sostituzione di quello precedente che scade il 15.

Dalle prime indiscrezioni che emergono dopo l’incontro tra il governo ed il CTS sembra proprio che in questo periodo sarà assolutamente vietato lo spostamento tra regioni e che durente i weekend tutta l’Italia sarà dichiarata zona arancione.

Nel periodo che va fino al 15 di gennaio nella casa di uno degli italiani sarà possibile ospitare al massimo 2 persone, per quanto riguarda la scuola l’intento del Premier Conte è permettere l’ingresso a scuola per il 50% degli alunni a partire dal 7 di gennaio.

Nel weekend del 9 e 10 gennaio in tutta l’Italia saranno in vigore le misure previste per la zona arancione. Nell’intervallo di tempo che va dal 7 gennaio al 15 gennaio, che è la data di scadenza dell’ultimo dpcm emesso, il Governo ha deciso di permette lo spostamento tra regioni soltanto per ragioni di necessità come salute e lavoro. Queste sono le ipotesi che sono emerse durante il tavolo di lavoro tra i vertici di Governo ed i membri del CTS.

Giuseppe Conte sta premendo affinché si possa far tornare gli alunni a scuola a partire dal 7 gennaio garantendo una didattica in presenza per il 50% degli alunni ed una didattica a distanza al restante 50% . Ma questa proposta del Premier non trova l’appoggio del CTS. Il Comitato Tecnico Scentifico reputa questa richiesta troppo pericolosa considerando che la seconda fase è tuttora in corso e che si rischia l’arrivo di una terza fase subito dopo la conclusione della seconda.

Secondo il CTS la proposta non è fattibile perchè sono molte le problematiche relative alla didattica in presenza come l’ingresso scaglionato e l’utilizzo dei mezzi pubblici che rischierebbero di creare ulteriori focolai.

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