Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un lungo ed articolato messaggio alle Camere, sottolineando la necessità di intervenire per il drammatico tema del sovraffollamento carcerario, parlando di “condizione umiliante in cui l’Italia viene a porsi dinanzi alla comunità internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti”.
Nel suo intervento, corredato da una lunghissima analisi “numerica” dei dati diffusi nelle ultime settimane sulla situazione delle carceri italiane, Napolitano prefigura il ricorso all’indulto e all’amnistia, il primo per pene fino a tre anni di reclusione e il secondo per reati di non particolare gravita. “Questo – ha sottolineato il Capo dello Stato – consentirebbe di adempiere rapidamente alla sentenza della Corte europea e rispettare i principi costituzionali”.
Per prima cosa, “l’indulto avrebbe l’immediato effetto di ridurre considerevolmente la popolazione carceraria. Dai dati del Dipartimento di amministrazione penitenziaria risulta che al 30 giugno 2013 circa 24mila condannati in via definitiva si trovavano ad espiare una pena detentiva residua non superiore a tre anni; essi quindi per la maggior parte sarebbero scarcerati a seguito di indulto, riportando il numero dei detenuti verso la capienza regolamentare”
Poi, “l’amnistia – ha continuato Napolitano – consentirebbe di definire immediatamente numerosi procedimenti per fatti ‘bagatellari’ (destinati di frequente alla prescrizione se non in primo grado, nei gradi successivi del giudizio), permettendo ai giudici di dedicarsi ai procedimenti per reati più gravi e con detenuti in carcerazione preventiva. Ciò avrebbe l’effetto – oltre che di accelerare in via generale i tempi della giustizia – di ridurre il periodo sofferto in custodia cautelare prima dell’intervento della sentenza definitiva (o comunque prima di una pronuncia di condanna, ancorchè non irrevocabile).
E mentre la Presidente della Camera Laura Boldrini pronuncia la parola “indulto”, i deputati della Lega Nord hanno scosso la testa, mentre alla parola “amnistia”, dai banchi del Pdl si è levato un applauso.
Ora bisogna capire come un atto di clemenza possa incidere sulle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi.