Calabria, legge elettorale ‘in prorogatio’: ultime regionali nulle?

Dopo una sentenza della Corte Costituzionale in Abruzzo, la Calabria potrebbe vedersi invalidate le ultime elezioni regionali, in quanto la legge elettorale è stata emanata da un Consiglio 'in prorogatio'. M5S: "Nuove elezioni doverose"

Calabria, legge elettorale ‘in prorogatio’: ultime regionali nulle?

Il Partito Democratico ha vinto le ultime elezioni regionali in Calabria, sei mesi fa. Eppure, queste elezioni rischiano di diventare nulle. Il motivo? La legge elettorale calabrese è stata emanata da un Consiglio regionale in prorogatio, ovvero di un Consiglio il cui mandato era scaduto, ma che poteva continuare ad esercitare la sua funzione in attesa dell’elezione di un nuovo consiglio. O almeno, così doveva essere.

Sì, perché dopo la sentenza numero 81 della Corte Costituzionale depositata lo scorso 15 maggio, la situazione rischia di rovesciarsi. La sentenza tratta di “norme per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica”, e riguarda il Consiglio regionale dell’Abruzzo, ed è stata impugnata dal Consiglio dei ministri proprio perché tali norme sono state emanate quando la legislatura del Consiglio era scaduta. La stessa situazione in cui si è trovato il Consiglio regionale della Calabria al momento di emanare la sua legge elettorale, dopo le dimissioni dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, in seguito alla sua condanna a 6 anni per abuso d’ufficio.

La Consulta ha stabilito, infatti, che tutte le leggi emanate in regime di prorogatio che esulano dalla “normale amministrazione” o che non siano considerabili “atti urgenti dovuti” sono da considerarsi nulle: la nuova legge elettorale calabrese avrebbe quindi violato l’articolo 123 della Costituzione.

Scoppia il caos in Calabria, col Movimento 5 stelle che invoca nuove elezioni: sarebbe “doveroso”, secondo la parlamentare Dalila Nesci, che afferma come quella legge elettorale “fu fatta apposta per escludere il M5s dal consiglio regionale e costruire alleanze tra i vecchi potenti”. Il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno, invece, la pensa diversamente: “ritengo che questa ipotesi non sia effettivamente possibile. Quella sentenza attiene al consiglio regionale dell’Abruzzo e non vi è alcuna analogia con la vicenda riguardante la Calabria“. E’ doveroso dire che, comunque, la nuova legge elettorale ha di fatto lasciato fuori da Palazzo Campanella Wanda Ferro, la candidata di Forza Italia arrivata seconda dopo Oliverio: la Ferro ha presentato ricorso alla Consulta, che però ancora deve pronunciarsi in merito.

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