Bpm, chiuse indagini. Pm: da Ponzellini a Santanché 2,8 milioni di euro

Numeri da capogiro quelli che emergono dall'inchiesta su Bpm. A Daniela Santanché ben 2.8 milioni di euro per le sue società

Bpm, chiuse indagini. Pm: da Ponzellini a Santanché 2,8 milioni di euro

Daniela Santanchè avrebbe ricevuto 2.8 milioni di euro dall’ex presidente della Bpm Massimo Ponzellini per due società, la Visibilia2 e la Visibilia srl, di cui è amministratore.

Sono queste le cifre che emergono nelle fasi finali dell’inchiesta sui finanziamenti illeciti che ha investito la Bpm e il suo direttore all’epoca dei fatti Massimo Ponzellini, accusato di associazione per delinquere e corruzione privata.

Secondo quanto accertato in fase d’indagine, infatti, Ponzellini, insieme al suo braccio destro Antonio Cannalire, avrebbe arrecato danni ingenti all’Istituto di Credito milanese per il quale lavorava stanziando finanziamenti a società senza le necessarie garanzie richieste per l’erogazione delle somme.

Nel capo di imputazione nei confronti dei due dirigenti si legge che Ponzellini e Cannalire “in conflitto di interessi con la posizione di dirigenti di Bpm hanno concorso a compiere nell’interesse esclusivo di Daniela Santanchè atti di disposizione del patrimonio di Bpm facendo ottenere a dette società finanziamenti per circa 2,8 milioni di euro, deliberati nel dicembre del 2009 e agosto 2010 con successive proroghe di scadenza, con la consapevolezza di recare pregiudizio della banca, posto che le società finanziate erano prive di affidabilità bancaria essendo in condizioni di fragilità economico-patrimoniale e in difetto di valide garanzie, tanto che la esposizione non si è ridotta nel periodo successivo e che nel dicembre del 2012 è stato negoziato un piano di rientro”.

Secondo l’accusa, infatti, Ponzellini avrebbe creato una “struttura parallela e deviata verso interessi personali” per erogare finanziamenti illeciti ad esponenti politici o a persone da loro segnalate dietro lauto compenso. Le pratiche passavano attraverso la filiale della Bpm ma erano conosciute dagli stessi impiegati come “pratiche del presidente” di cui Ponzellini si occupava personalmente.

Le indagini hanno portato a galla nomi importanti come quello di Paolo Romani, Aldo Brancher e Ignazio La Russa fino ad arrivare a Daniela Santanché, tutti accusati di aver ricevuto i suddetti finanziamenti.

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