Bonus da 600 euro: spunta il nome del vice di Zaia della Regione Veneto

Nell'affaire dei 600 € di bonus in merito all'emergenza del Covid-19, stanno venendo fuori alcuni nomi, tra cui quello di Gianluca Forcolin della regione Veneto. Nessuno ammette le proprie colpe e responsabilità in merito.

Bonus da 600 euro: spunta il nome del vice di Zaia della Regione Veneto

In base alle fonti ufficiali, sono tre e non cinque i consiglieri e gli assessori che sono riusciti a ottenere il bonus da 600 € messo a disposizione dal governo per coloro che hanno partite Iva e i lavoratori autonomi durante l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus. Pian piano, stanno venendo fuori i nomi di consiglieri e assessori che hanno usufruito di ciò. Oltre ai due consiglieri regionali leghisti del Veneto, quali Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli, se ne aggiunge un terzo. 

Il terzo nome, venuto fuori nelle ultime ore, è il vice di Luca Zaia, ovvero Gianluca Forcolin, leghista, sempre della regione Veneto. In base agli ultimi dati, sembra che lo stesso Forcolin non ne sapesse nulla e che la richiesta per ottenere il bonus sia avvenuta a sua insaputa. A differenza di Barbisan e Forcolin, Montagnoli ha ammesso di aver dato quei fondi in beneficienza. 

Lo stesso Forcolin respinge tutte le accuse, ammettendo che, pur avendo presentato domanda, la sua richiesta non è stata accettata e, quindi, non ha potuto usufruirne. Intervistato dal Corriere della Sera, Forcolin racconta che la domanda è stata fatta dalla sua socia. Ecco le sue parole in merito a questo affaire: “Sono socio in uno studio di tributaristi. Avevamo sette dipendenti in cassa integrazione. Il dato di fatto, però, è che io non ho visto un centesimo. La domanda non è stata accettata: non è arrivato mai nulla. La richiesta rispondeva a ogni criterio di legittimità e quei 600 euro, fossero arrivati, sarebbero rimasti nelle casse dello studio”.

Barbisan racconta che i fondi del bonus sono stati devoluti in beneficienza e che è stato il suo commercialista a inoltrare la richiesta, in quanto lui ammette di non esserne a conoscenza. Montagnoli si difende ammettendo che lui, in accordo con la moglie, aveva deciso di donarli alla Protezione Civile per supportarli durante l’emergenza sanitaria. 

Comprende di aver compiuto un atto sbagliato, ma lo ha fatto in buona fede, quindi per il bene degli altri. La Lega, nel frattempo, ha deciso di sospendere tutti coloro che hanno ricevuto il bonus, anche se è stato devoluto a enti benefici. 

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