Laura Boldrini, ospite di Myrta Merlino a “L’Aria che tira” su La7, ha ribadito le motivazioni che l’hanno portata a non commentare gli efferati stupri di Rimini, la violenza sessuale perpetrata dai 4 immigrati sulla spiaggia a Miramare: la sua risposta lascia decisamente basiti, i toni offensivi che la Presidente della camera usa verso gli italiani raggiungono spesso vette inquientanti, non consoni al ruolo istituzionale.
“Non ho parlato subito perché c’erano ancora indagini in corso. Trovo disgustosa la strumentalizzazione. Oggi per offendere una figura istituzionale si arriva ad evocare lo stupro. Non c’è più niente da dire. Lo ho visto fare solo in guerra: in Rwanda ed in ex Jugoslavia”. ha sentenziato la Boldrini con quel suo noto tono perentorio.
Ha continuato dicendo che lei non fa la commentatrice di professione, che il suo impegno a 360 gradi sulle donne è noto e non è tollerabile che qualcuno metta in dubbio il suo impegno, la cattiva fede e la volontà di strumentalizzare, secondo lei, sono imperanti.
La Presidente della Camera ha sempre commentato i casi di violenza sulle donne, anche quando le inchieste erano aperte, tranne nell’occasione in discussione: ha glissato l’argomento per non dover rispondere, probabilmente, a qualche domanda scomoda, a qualche insinuazione giustificata. Myrta Merlino ha lanciato la campagna boldriniana “Odio l’odio” il cui obiettivo ultimo è una legge che consenta di identificare e processare gli odiatori del web.
Intervenendo alla trasmissione “L’Aria che tira” Ignazio La Russa ha commentato: “Per la prima volta sono completamente d’accordo con la Boldrini.” sottolineando che occorre lavorare seriamente per impedire che un esercito di imbecilli, celati dietro l’anonimato, utilizzi il web per sfogare l’astio represso.
La Russa sottolinea che, del resto, lo scemo della tastiera e’ sempre attivo, a destra come a sinistra, e non bisogna mai fare eccezioni in questo senso.