Il disegno legge Zan contro l’omotransfobia non è tramontato e presto sarà di nuovo discusso dalle forze politiche. Mercoledì prossimo saranno passati sei mese dal voto segreto in Senato che affossò una legge pensata per contrastare l’odio di genere, nonostante esista già una legge in tal senso: la Legge Mancino. Ma al deputato e attivista Lgbt Alessandro Zan evidentemente questo non basta ed è pronto a tornare alla carica per far passare la sua “creatura”.
Il regolamento prevede infatti uno stop di sei mesi prima di poter ripresentare il testo che a ottobre scorso fu bocciato tra applausi e tifo da stadio. Una bocciatura prevedibile, non solo per l’opposizione della destra, ma perché il Vaticano aveva alzato un muro di sbarramento, preoccupato che il disegno Zan diventasse il cavallo di Troia per altri scopi: lezioni gender, utero in affitto, adozioni gay, censura delle espressioni contrarie al decreto.
C’è da aggiungere che lo stesso Zan ci aveva messo del suo quando si era opposto a qualsiasi discussione sulle modifiche da apportare alla legge. Lui pretendeva che il decreto venisse applicato così com’era, senza obiezioni, come si fa nei regimi dittatoriali. Cosa che aveva impensierito non poco le forze politiche, religiose e sociali, come le lobby femministe, preoccupate che la legge sdoganasse la mercificazione della donna.
Quelli che chiedevano modifiche al decreto sapevano benissimo che questo avrebbero comportato un rinvio alla Camera della proposta, con tanto di discussione e approvazione. Sarebbe passato altro tempo. E con lo spettro dell’elezione del nuovo Capo dello Stato e con lo spauracchio di nuove elezioni, il ddl Zan sarebbe scomparso dalla scena politica, finendo in soffitta a prendere polvere.
Invece eccolo ricomparire sulla scena politica. Il disegno di legge sarà ripresentato dai senatori del Partito Democratico e avrà lo scopo prioritario di difendere l’identità di genere. Ma, come dice lo stesso Zan, ci saranno possibilità di mediazione su altri articoli. Per il deputato se c’è la volontà di portare a casa una legge, gli spazi di compromesso ci sono.