Il primo passo, anche se a rilento, è compiuto, le prime adesioni ad essere tutore di un bimbo straniero sono arrivate e la Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, può cominciare a dirsi soddisfatta. Le adesioni in Lombardia sono arrivate a 200 aspiranti tutori volontari, idem in Piemonte; la Campania ha raccolto 250 adesioni e oltre 300 il Lazio. Solo qualche numero per comprendere come è stata accolta la nuova legge sui minori non accompagnati, entrata in vigore già dal 7 aprile 2017.
I bambini ed i ragazzi che avrebbero bisogno di un “tutore” sono tra i 17 e i 18 mila. Un numero piuttosto consistente se pensiamo che questi ragazzi hanno attraversato il deserto, il mare e ogni sorta di difficoltà per approdare in Italia e cominciare una vita vivibile, e ora si trovano a non aver nessuno su cui contare.
La nuova legge non parla di un’adozione e nemmeno di un affido, aderendo non ci si guadagna qualcosa, non si tratta di ospitare un ragazzo a casa propria né tanto meno di mantenerlo.
Il tutore è solo, ma un’importante figura guida nel Paese di approdo. Un adulto spesso sconosciuto che affianca il ragazzo nel percorso scolastico, di formazione, una persona che accompagna il ragazzo alle visite mediche, uno di cui ci si può fidare e consigliare nelle decisioni importanti.
Durante l’estate molte Regioni hanno emanato i bandi per il reclutamento dei tutori. A Bolzano e in altre località è già iniziata la formazione. Già c’è una lista d’attesa per i prossimi corsi di formazione. Il Veneto e la Puglia non hanno fatto alcun bando perchè le Regioni sono già organizzate da tempo su questo fronte. A Palermo è stata data formazione a 50 tutori, ma si deve tener conto che già era in atto una forma di sperimentazione. In Molise sono solo 6 le persone disponibili, in Basilicata sono 16, in Abruzzo 20, sono una cinquantina in Sardegna e anche in Liguria, circa 60 Toscana.
Filomena Albano, commentando i numeri ha detto: “È una risposta positiva, ma i numeri di cui abbiamo bisogno sono ben altri. I bandi sono stati emanati in estate, ora bisogna lavorare perché questa figura si conosca di più“. ‘L’orgoglio di essere tutori‘ sarà il tema della nuova campagna di comunicazione, e la Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza afferma: “Sì, l’orgoglio che un cittadino può provare nel contribuire a una svolta culturale per il Paese, di esserne artefice con un atteggiamento di accoglienza. E insieme l’orgoglio di provare a cambiare il futuro di un ragazzo arrivato in Italia senza genitori. Anzi, di offrirgli un futuro. Noi ci crediamo“.
Nel clima di sospetto e di paura, che divaga in Italia, la figura del tutore volontario diventa necessaria per cogliere il disagio di un minore e aiutarlo a superarlo. Secondo la Albano, il giovane senza un progetto per il futuro può trovare nel tutore una persona di fiducia che lo aiuti nella vita.