Una volontaria della nave Ong: “Abbiamo obbedito e lasciato morire 120 migranti. Ogni notte ho gli incubi” (1 / 2)

Una volontaria della nave Ong: “Abbiamo obbedito e lasciato morire 120 migranti. Ogni notte ho gli incubi”

Giulia Bertoni è una ragazza di 25 anni di Cesena, è dottoranda alla Columbia University ed ha avuto modo di fare esperienze nei salvataggi di diversi migranti nell’inferno di Calais. Assieme al suo fidanzato Peter, dal 15 giugno si trovava sulla nave della Ong tedesca Sea Eye che cerca e salva i migranti tra la Libia e Malta. Sulla nave erano presenti tredici volontari, studenti e medici in pensione.

La volontaria racconta ciò che è accaduto sulla nave: “Ci siamo allontanati da un

gommone in difficoltà per rispettare il codice di condotta delle ong. Da quella notte ho gli incubi: dovrebbero arrestarci non perché vogliamo salvarli, ma per non esserci opposti”. Giulia da quel giorno ha ancora gli incubi e i sensi di colpa, ha raccontato che lei e gli altri volontari sulla nave Seefuchs non hanno potuto salvare 120 migranti su un gommone che, molto probabilmente, sono annegati in mare. Il motivo per cui non hanno potuto salvare queste persone è perché a Roma

non hanno dato l’ordine di salvarli e la mattina dopo, ciò che era rimasto era solo un giubbotto galleggiante in mare. Giulia ha raccontato: “A 11 miglia da noi un gommone con 120 persone e una nave mercantile vicina, disponibile ad aiutare. Dopo vari scambi, in realtà, nessuno si è mosso in soccorso di quei disperati al buio con le onde che crescevano. Allora abbiamo deciso di chiamare il coordinamento a Roma” ma a Roma, racconta Giulia, hanno risposto: “Non ci