Un papà fa causa a McDonald’s perché i suoi figli chiedono due Happy Meal a settimana (2 / 2)

Il team legale del signor Bramante sostiene che il fast food colloca deliberatamente le sue pubblicità per attirare l’attenzione dei bambini che poi utilizzeranno il loro potere per far spendere soldi ai genitori. Gli avvocati affermano che è facile per i genitori, in particolare per il signor Bramante, “arrendersi” ai bambini che chiedono del cibo. Affermano anche che i genitori devono “scegliere le loro battaglie“. Il Québec ha una legislazione pubblicitaria particolarmente severa e ha anche avuto leggi contro la pubblicità di cibi malsani ai bambini dal 1980. 

Se la sua linea è in qualche modo valida, il signor Bramante potrebbe uscire vittorioso dalla causa. Anche il suo avvocato Joe Zakran, è convinto di questo e a tal proposito, rivela: “McDonald’s ha l’obbligo legale di rispettare questa legge e non lo fa, almeno in Québec”. Le uniche eccezioni alle regole relative alla pubblicità per i bambini sono le inserzioni nelle riviste per bambini, la promozione di eventi rivolti ai bambini e l’imballaggio, vetrine e espositori. Il caso si basa sulla capacità di dimostrare che McDonald’s non è coperto da nessuna di queste eccezioni.

Chiunque abbia acquistato un Happy Meal in Québec dal 2013 può richiedere di far parte alla causa e sostenere Antonio Bramante. Il McDonald con sede in Canada, ha lasciato alla BBC una dichiarazione dove conferma di aver ricevuto la lettera e che verrà esaminata attentamente. Nella dichiarazione c’era scritto: “Siamo consapevoli dei nostri obblighi in base alle leggi pubblicitarie del Quebec e ripetiamo che non crediamo che questa azione di classe abbia un merito”.