Sono i carboidrati a fare male al cuore, non i grassi. Ecco le recenti scoperte di una ricerca (2 / 2)

Si tratta di uno studio molto vasto che ha coinvolto 335.000 individui e che ha avuto una durata di ben 12 anni. Le persone coinvolte provenivano da paesi di tutto il mondo, con reddito alte, medie e basso. Quello che è emerso, quindi, è stato completamente diverso rispetto a ciò che gli stessi ricercatori si aspettavano.

Questi, infatti, hanno notato che coloro che seguivano una dieta molto ricca di carboidrati vedevano rischio di mortalità aumentato del 28% rispetto a quelli che invece consumavano più grassi e dove c’era invece una riduzione del 23% del rischio di mortalità totale.

A ridursi anche il rischio di ictus del 18% e del 30% per rischio di mortalità per altre cause. Risultati, quindi, che hanno fatto capire ai ricercatori quanto in realtà la pericolosità dei carboidrati sia stata sempre sottovalutata.

Ciò che è emerso dallo studio, però, ha evidenziato anche quanto non tutti grassi siano uguali tra di loro. Ognuno di noi, infatti, ha una percentuale ben precisa di riduzione della mortalità in base ai grassi ingeriti. Nel gestire la nostra alimentazione, quindi, bisogna fare una distinzione tra grassi monoinsaturi e grassi polinsaturi, ovvero quelli del pesce della frutta secca.

In questo modo, quindi, si potrà capire quali grassi ridurre e quali grassi invece favorire. Ma com’è possibile che nessuno abbia mai notato questa correlazione tra carboidrati problemi vascolari? La spiegazione starebbe nel campione di popolazione studiato.

Fino ad ora, infatti, la comunità scientifica ha sempre attinto da una popolazione occidentale che quindi ha una dieta molto ricca di cibo e molto varia. Questo particolare studio, invece, si è basato su persone provenienti da popolazioni di ogni parte del mondo, quindi con abitudini alimentari completamente diverse tra loro.