Sgarbi indagato insieme alla sua Fondazione: “Opere d’arte false spacciate per autentiche” (2 / 2)

Oltre a Sgarbi all’interno dell’Archivio De Dominicis c’erano altri galleristi, esperti d’arte e mediatori commerciali. Le quotazioni dell’artista marchigiano sono sempre più in rialzo, motivo per il quale le sue opere d’arte sono un business rilevante e redditizio. Le uniche persone destinatarie di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono il soggetto che realizzava materialmente le opere contraffatte e la vice presidente della Fondazione.

Quest’ultima, secondo gli inquirenti, essendo stata assistente personale dell’artista (morto nel 1998) in passato avrebbe sfruttato le sue conoscenze circa le tecniche usate dal pittore per realizzare, secondo l’accusa, dei falsi ‘perfetti’. Insomma, se le accuse venissero confermate si tratterebbe di un duro colpo per l’associazione che porta il nome dell’artista deceduto venti anni fa di cui Vittorio Sgarbi è il numero uno.

Vittorio Sgarbi, dal canto suo, difende a spada tratta l’associazione di cui è presidente e il suo operato, spiegando che si tratta di “opere autentiche” e che, a suo avviso, “il nucleo di Tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri non è mai arrivato così in basso, mettendo l’ignoranza a servizio della cecità”. Sgarbi vuole querelare il pubblico ministero, protagonista a suo avviso di una indagine “irresponsabile e criminale”. “Non esistono falsi di De Dominicis, esistono solo nella fantasia di chi pretende di essere l’unico esperto”, conclude il parlamentare.