Sculacciare sul sedere una propria dipendente sul posto di lavoro non è reato (2 / 2)

Ma il Pubblico ministero prima e il giudice successivamente sono stati di opinione decisamente opposta, sulla scorta delle testimonianze offerte dai colleghi della donna vicentina. Secondo loro infatti “non c’era stata morbosità nè violenza nè punizione, la sculacciata era un gesto goliardico per invitare la segretaria ad essere veloce con le pratiche”. Per tale motivo l’indagine è stata archiviata immediatamente. La donna non avrà dunque diritto ad alcun tipo di risarcimento da parte del proprio capo e dovrà accettare che simili gesti si possano ripetere anche in futuro. Insomma non proprio l’esito sperato.

E Nicola Vegrini, 38 anni, vicentino, indagato con l’ipotesi di violenza sessuale, molestie e ingiurie, si è visto perciò archiviata l’indagine nei suoi confronti. Sculacciare sul sedere una propria dipendente sul posto di lavoro non è reato, quindi, per pubblico ministero e giudice. Vegrini potrà quindi continuare nei suoi gesti senza doversi minimamente preoccupare delle possibili conseguenze sul piano legale. La magistratura lo ha assolto con formula piena. Le sue sculacciate non sono da considerarsi per niente come molestie sessuali o violenze di alcun genere, ma solo una banale goliardata.

Tra gli elementi che hanno convinto pubblico ministero e giudice ad archiviare il procedimento penale a carico del 38enne vicentino, il fatto che “la dipendente non si era lamentata”. E che “quello stile cameratesco era di fatto accettato in ufficio”. Infatti, sembra proprio che le testimonianze dei colleghi presenti in ufficio siano state decisive per il parere finale del giudice. Essi avevano infatti affermato che tali gesti erano da considerarsi del tutto normali e funzionali a stimolare l’impegno lavorativo della donna. Le polemiche su questa faccenda si faranno presto sentire.