Ritirati piatti dalla mensa scolastica, si fondono con il cibo caldo: intervengono i Nas (2 / 2)

Infatti mancano i bollini che autorizzano all’uso alimentare. I Carabinieri hanno scoperto che mancava anche la tracciabilità del prodotto. Un agente di una grande anzienda di piatti e stoviglie compostabili ha detto che ci sono varie qualità e prezzi e che quelli buoni costano un pò di più ma reggono bene al calore e all’umidità: “Quelli che costano poco si sfaldano o si piegano subito. Se negli appalti per le mense scolastiche vengono imposti prezzi troppo bassi, alla fine i fornitori per spendere meno risparmiano sulla qualità dei prodotti. I piatti compostabili sono fatti di polpa di cellulosa e prodotti in Cina”.

In Italia, tranne una piccola azienda, non ci sono produttori. Ce ne sono di vari prezzi, a seconda del peso del piatto e della densità del materiale. Quelli più economici sono più leggeri e sottili, si impregnano dei liquidi e si sfaldano più velocemente. Può succedere che un fornitore, se l’appalto è tirato al risparmio, faccia una valutazione dei costi e non guardi alla qualità. La mia azienda ha rifiutato degli appalti perché abbiamo una attenzione maniacale alla qualità e non ci stavamo nei costi“.

Ma altri fanno valutazioni diverse“. L’agente ha continuato a spiegare che i piatti e le posate utilizzati nella mensa di Casale erano in Pla, ovvero un materiale compostabile ed economico, ma che non regge bene il calore e si piega. “Per questo la mia ditta produce soltanto posate in mater-bi, bioplastica prodotta solo ed esclusivamente dall’italiana Novamont , perchè il mater-bi costa un pò di più, ma regge fino a 80 gradi“, ha concluso l’agente.