Questi cartoni sono divertenti, ma alla loro origine vi sono storie tragiche (2 / 2)

Torniamo alla Disney, che come sapranno i bene informati ha una pessima storia di razzismo e sfruttamento dei lavoratori alle spalle, nonostante le candide apparenze. Nel 1941 uscì il primo Dumbo, i cui celebri corvi altro non erano che una presa in giro degli afroamericani. Lo stesso nome del capo della banda dei corvi, “Jim Crow”, era un nomignolo denigratorio che veniva all’epoca affibbiato alle persone di discendenza africana ed aveva la valenza di “negro“. Lo stesso lungometraggio “Song of the South” (I racconti dello zio Tom nella versione italiana) fu accusato di illustrare i rapporti tra schiavi e padroni in maniera revisionista e falsata, per dare credito alle teorie della cosiddetta “lettera anti-Tom” scritta dai narratori degli Stati Confederati favorevoli alla schiavitù.

Parlando di cartoni animati ispirati a storie tragiche realmente accadute non si può non citare Anastasia, ispirata alla figura della granduchessa Anastasia Nikolaevna Romanova figlia dell’imperatore Nicola II di Russia e dell’imperatrice Alessandra. Anastasia fu assassinata dai bolscevichi insieme a suo padre, sua madre, suo fratello Aleksej ed alle sue tre sorelle in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre, ma per lungo tempo si raccontò che la giovane fosse riuscita a scampare al massacro. Ulteriori ricerche hanno però smentito questa romantica fantasia, confermando che Anastasia morì insieme al resto della famiglia reale.

Chiudiamo con la saga di Shrek, una delle più fortunate tra i recenti lavori della Disney. La figura dell’orco fu infatti ispirata alla figura del wrestler Maurice Tillet, conosciuto con il soprannome di “The French Angel” (l’Angelo Francese), ma uno dei suoi nomignoli era Ugliest Man (l’uomo più brutto) a causa del suo aspetto. Maurice era infatti affetto da acromegalia, una sindrome che lo portò ad avere dimensioni impressionanti alteranto inevitabilmente le proporzioni del suo corpo e del suo viso. Come molte altre persone affette da acromegalia, anche Maurice morì premauramente a 50 anni.