Paragone spara a zero sul Mes: “Una raffinata presa in giro” (2 / 2)

I politici italiani vogliono evitare ad ogni costo qualsiasi rischio legato alla cosiddetta “ristrutturazione del debito” e vogliono anche far sì che si cambino le clausole di azione collettiva. Così come si cerca di escludere qualsiasi intervento di carattere restrittivo sulla dotazione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale.

Se tutte questi impegni venissero rispettati, le modifiche al Mes potrebbero essere accettate anche dalle forze di minoranza, critiche fin dal primo giorno nei confronti del governo giallorosso. Ma, come scrive Libero, resta da capire quante possibilità di riuscita abbia tale negoziazione, visto che le trattative sono già in fase avanzata ed entro la fine di questa settimana si avranno novità ufficiali. Troppo tardi?

La questione è a monte, secondo Franco Frattini. L’ex ministro degli Esteri, durante la presentazione del libro di Bruno Vespa “Perché l’Italia diventò fascista” ha dichiarato: “Sul MES il dibattito è stato surreale. Chi ha gestito queste cose sa che non è negoziabile, o meglio se ne discute prima, poi si accetta o non si accetta. Non si può dire poi vediamo, valutiamo, questa clausola sì e questa clausola no”. La maggioranza è risicata. Conte e Di Maio hanno poche ore per convincere gli indecisi. Le basi del governo giallorosso, instabili dal primo giorno, continuano a scricchiolare.