Orrore sul Vesuvio: piromani usano gatti vivi come bombe incendiare per i roghi (2 / 2)

I primi focolari sono stati segnalati lo scorso lunedì, inizialmente si trattava di un unico incendio ben presto domato con grande tempestività dai vigili del fuoco. Ma quella che sembrava una rapida vittoria, in realtà si è dimostrato essere solo l’inizio dell’incubo: presto altri roghi sono seguiti al primo propagandosi ad una rapidità disarmante, interessando dapprima le zone di Ottaviano e Terzigno e quindi la litoranea, cosa che ha reso indispensabile un’evacuazione d’emergenza di tutte le abitazioni nei pressi degli incendi. Anche un’ampia porzione di Torre del Greco è stata avvolta dalle fiamme.

In breve tutto il Vesuvio è andato a foco, con tanto di ceneri sparse su Sannio ed Irpinia ed una nube rossastra visibile fino ad Avellino, al punto che in molti sono stati persuasi a credere che potesse trattarsi di un’eruzione improvvisa. Niente di tutto ciò, stavolta la Terra non c’entra affatto: è invece l’insensata, bieca e turpe crudeltà dell’essere umano ad avere sconvolto una volta di più la città di Napoli e tutta l’Italia intera, impegnando canadair ed autobotti fino a ieri notte.

La pista dolosa, già ritenuta altamente probabile nella giornata di ieri, è stata oggi confermata secondo le orripilanti modalità poc’anzi enunciate: gatti catturati vivi e dati alle fiamme con la benzina, in modo da essere usati come vere e proprie torce viventi per far bruciare l’intera montagna. Nel frattempo la situazione quest’oggi è risultata talmente disastrosa da aver costretto le autorità a dichiarare ufficialmente l’emergenza nazionale: oltre 600 roghi hanno devastato il Vesuvio e le zone circostanti, facendo letteralmente terra bruciata di tutta la vegetazione, e degli animali utilizzati per quest’attacco terroristico d’infinita crudeltà, attuato da ignoti per motivi ancora del tutto sconosciuti.