Neonata costretta alla dieta vegana, diventa rachitica. I genitori: “Era troppo schizzinosa” (2 / 2)

I suoi livelli di vitamina D erano talmente bassi da portarla a sviluppare il rachitismo ovvero una malattia delle ossa causata dalla malnutrizione, infatti quando si ha carenza di vitamina D, si può arrivare a soffrire di malattie alle ossa. Un medico ha spiegato che la bambina “era come floscia, non riusciva neanche a gattonare“. Per questo motivo le autorità hanno aperto un’indagine e sia la moglie che il marito che hanno già due figli, fortunatamente sani, sono stati chiamati in Tribunale e nel corso della prossima udienza che avverrà il 16 gennaio, i due verranno condannati e i loro tre bambini sono stati dati in affidamento.

 

I possibili rischi di una dieta vegana

I possibili rischi di una dieta vegana per un bambino dipendono dalla sua età, come riferisce Andrea Vania, pediatra ed esperto della nutrizione, “per tutti c’è la certezza di una carenza di vitamina B12, una vitamina molto importante per lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Poiché è contenuta solo in prodotti animali e noi non possiamo fabbricarcela, chi non ne mangia non ne ha. Questo è un punto sul quale c’è poco da discutere: un bambino vegano è per definizione carente di questa vitamina, che quindi va integrata con appositi supplementi“. Inoltre, come è successo alla bambina australiana, c’è il rischio do carenza di ferro, zinco, calcio, vitamina A e B.

In questi casi, riferisce Vania,i livelli di queste sostanze dipendono da vari fattori, quindi alcuni bambini sono più esposti al rischio di carenza, altri meno. I bambini più piccoli, quelli tra i sei mesi e due anni di età, quando inizia e si completa l’alimentazione complementare, hanno un rischio in più, cioè quello di basso apporto calorico”. Secondo il pediatra esperto di nutrizione, “molti alimenti vegetali hanno una scarsa densità energetica: magari saziano, perché fanno volume e lo stomaco del bambino è ancora piccino, ma non danno la giusta dose di energia necessaria per crescere. Il risultato è che il bambino può avere un disturbo della crescita“.