Miss Italia 2017, la terza classificata non ci sta e accusa Facchinetti (1 / 2)

Miss Italia 2017, la terza classificata non ci sta e accusa Facchinetti

Miss Italia è un concorso che riesce ancora ad attirare su di sé le attenzioni di molti italiani, seppure vi sia chi lo reputi già il retaggio anacronistico di un passato che difficilmente ruscirà a tornare sulla cresta dell’onda, un po’ come accade per il Festival di Sanremo rimasto un’istituzione solo sulla carta e per la storia. Eppure ogni anno Miss Italia riesce a far parlare di sé, vuoi anche per le curiose (quanto grottesche) formule utilizzate per dare al concorso un minimo di appeal televisivo.

Nella fattispecie ci si riferisce ovviamente alla sfilza di domande che vengono poste alle concorrenti, quesiti del tutto irrilevanti ai fini dei criteri di votazione in realtà, ma utili per fare un po’ di audience e cercare di creare un minimo di atmosfera di freschezza intorno ad un programma i cui (pochi) contenuti sono oramai divenuti pesanti e monotoni. A partire dalle presentazioni infatti, appare subito chiaro quanto la necessità di dare un’evoluzione di qualche genere a Miss Italia cozzi pesantemente con l’anima stessa dell’evento, che si propone semplicemente di premiare la concorrente giudicata più bella.

Ma è davvero così? E’ soltanto la bellezza, in fin dei conti, l’unico criterio di valutazione che i giudici tengono in considerazione al momento della premiazione? I più maliziosi dicono di no: d’altronde vi partecipa una sfilza sterminata di ragazze esteticamente bellissime, va da sé che l’oggettività a questi presupposti non possa che andare a riposare in qualche angolo remoto del cosmo senza che se ne avverta effettivamente la mancanza. Ma lasciando perdere i discorsi riguardanti eventuali “favori“, dei quali il mondo dello spettacolo è effettivamente saturo (e probabilmente più d’un motivo c’è), v’è un altro fattore che potrebbe influenzare i giudici al momento della scelta della vincitrice.