Macerata: gli imputati napoletani non capiscono la lingua italiana e chiedono il traduttore (2 / 2)

Un caso simile, ma ancor più paradossale è avvenuto pochi mesi fa a Belluno. A finire sotto processo è finito un uomo casertano accusato di maltrattamenti e violenze sessuali ai danni della moglie con la quale si era trasferito al Nord da diversi anni. Nel corso dell’udienza però si è resa necessaria la presenza di un’interprete in grado di tradurre le intercettazioni utilizzate come prova (ben 26 ore di insulti, frasi idiomatiche e parolacce in casertano).

 

A quel punto il giudice ha nominato un interprete originario di Salerno, il quale però ha dovuto ammettere di non capire gran parte delle espressioni utilizzate dall’imputato in quanto il dialetto utilizzato nelle conversazioni prese in analisi è il casertano. Il processo si è bloccato per diversi mesi in quanto il Tribunale di Belluno non è riuscito a trovare un interprete nato in provincia di Caserta che potesse aiutare la giustizia a trascrivere le intercettazioni.

 

 

L’empasse si è sbloccato per un caso fortuito: un appuntato di Caserta si era appena trasferito presso il comando dei carabinieri di Belluno. Non appena si è saputa la notizia, l’uomo è stato subito accompagnato in aula. Il Carabiniere ha richiesto 90 giorni per tradurre le registrazioni, ma finalmente il processo ha potuto riprendere dopo mesi e mesi di stallo.