L’Etna torna in eruzione, colate laviche e tremore vulcanico. L’Ingv avverte: “Controllare i flussi di turisti in zona” (2 / 2)

“La maggior parte delle eruzioni sui fianchi dell’Etna sono precedute da modesta attività sismica, che però questa volta proprio non c’è stata. In alcuni casi continuano i terremoti anche dopo l’inizio dell’eruzione (come nel 2002 e a dicembre 2018). Questo ha a che fare con la dinamica dei fianchi dell’Etna, soprattutto quello orientale, che in alcuni casi riceve una forte spinta e si muove, facendo muovere anche le faglie che vi si trovano dentro”.

“Al momento, non c’è alcun segno di un nuovo movimento di questo tipo”. Le due colate laviche si sono formate dalle fratture sub-termali alla base del cratere Sud-Est e sul fianco Nord-Orientale del Nuovo Cratere Sud-Est, fortunatamente sono poco alimentate ed hanno percorso poche centinaia di metri nella zona sommitale del vulcano.

Ricordiamo che l’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa, il tremore dei condotti magmatici interni ha raggiunto dei valori medio alti e attualmente stanno diminuendo.

Il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera, ha affermato: “Siamo all’avvio di una nuova fase eruttiva dell’Etna che potrebbe finire presto o durare mesi. I fenomeni sono tutti confinati nella zona sommitale del vulcano e non costituiscono un pericolo per centri abitati e persone, ma bisognerà controllare i flussi di turisti nella zona per la loro sicurezza“. L’attività non impatta sull’aeroporto di Catania e continua ad essere operativo.