Lele Mora rapinato al campo nomadi con 40mila euro (2 / 2)

Qui inizia il peggio: “Ho mostrato i soldi e un uomo ci ha fatti entrare in una roulotte. Ho anche visto le bottiglie di champagne ma dopo che gli ho mostrato il borsello con i soldi hanno iniziato a malmenarci. Sono entrate delle donne urlando di scappare perché c’era la polizia. Qualcuno ha sparato. Poi sono arrivati altri uomini e tutti insieme ci hanno cacciato via dal campo nomadi”. Lele Mora torna a casa deluso e con i segni di quella aggressione.

“Non ho denunciato perché a causa della mia notorietà il fatto mi si poteva ritorcere contro”, ha spiegato durante il processo. Il peggio, però, non era ancora passato. Pochi giorni dopo l’aggressione viene a bussare alla porta di Mora il personaggio che, di fatto, ha perso i 40mila euro, il già citato pregiudicato. “Ti sei messo nei casini? Ora rivoglio i miei soldi. Entro domani alle 12 devi darmene almeno 20mila”, gli avrebbe detto. Il personaggio in questione si presentava sempre in compagnia di almeno cinque o sei uomini per intimorire Mora.

Lele Mora riesce a racimolare la cifra, chiedendoli in prestito al figlio. Nei guai finiscono anche un padre e un figlio amici di Mora, residenti a Milano. Per riavere i soldi vengono impiegati uomini “di ampia caratura criminale”, come si legge negli atti. Il giovane, una sera, viene raggiunto in un ristorante dei Navigli, picchiato e fatto salire su un’auto: “Tu vieni con noi stasera. Se non tiri fuori i 40mila euro non torni a casa”, gli venne detto.