La strage silenziosa nel nostro mare: “Troppe tartarughe uccise dalla plastica” (1 / 2)

La strage silenziosa nel nostro mare: “Troppe tartarughe uccise dalla plastica”

Il nostro Mare Mediterraneo ultimamente è teatro di molte, troppi stragi. Oltre a quelle con protagonisti i migranti che muoiono affogati per via del mare mosso o di barconi poco adatti a lunghe traversate, ce ne sono altre con protagonisti animali. Oggi parleremo nello specifico delle tartarughe, creature che per molti sono affascinanti e che ultimamente, per colpa della piaga dell’inquinamento dei nostri mari, stanno morendo in cifre maggiori rispetto al passato. E solo 4 giorni fa, il 16 giugno, si era celebrata la ‘Giornata Mondiale delle Tartarughe’.

L’ultima triste storia giunge dal mare della Sicilia, più precisamente da Milazzo. Una tartaruga ‘Carretta’ è stata trovata morta in una spiagga a pochi chilometri da Milazzo. Non si è trattato di ‘morte naturale’: l’animale era circondato da rifiuti di plastica di ogni genere. A Tindari un’altra tartaruga morta è stata notata su una delle spiagge locali: la cosa che fa ancora più rabbia è che si tratta di una specie rarissima, la ‘liuto’. Più a nord, sul litorale veneziano tra Burano e Murazzo, un’altra tartaruga è andata molto vicina alla morte. ‘Per fortuna’ è stata rinvenuta con due squarci sul carapace, con ogni probabilità causati dall’elica di un motore di una barca.

Ovviamente c’è chi si impegna affinché queste stragi non succedono o comunque vengano limitate il più possibile nel numero. Una di loro è Tania Il Grande, che fa parte del centro ‘CRTM Brancaleone’ in Calabria. Proprio la Calabria è una delle regioni ‘preferite’ dalle tartarughe: tra giugno e luglio arrivano in centinaia per nidificare. Qui è nato un luogo di recupero dedicato proprio a loro: “Siamo in un momento critico. Aumentano i casi di tartarughe morte ma per fortuna aumentano anche le segnalazioni: la gente sta capendo l’importanza di salvare questi bellissimi animali” spiega Tania.