La storia del fotografo equilibrista che documentò la costruzione del Rockefeller Center (2 / 2)

Nonostante si tratta di una delle sue foto più celebri, “Pranzo in cima ad un grattacielo” non è l’unica stupenda ed emblematica foto di Charles Ebbets che immortali gli operai dallo stomaco di ferro ed i nervi saldi che hanno contribuito alla costruzione di uno dei punti più riconoscibili dello skyline newyorkese.

Lui stesso era un temerario e sfidava i limiti della natura ed ogni altezza immaginabile pur di riuscire a realizzare i suoi scatti: la sua passione per le foto risale a quando aveva solo 8 anni quando acquisto in segreto una macchina fotografica facendola mettere sul conto della madre.

L’uomo lavoro per tanti anni ad Hollywood come Stunt-man ed interpretò anche diverse parti come attore fino a quando, all’età di 27 anni, venne chiamato a documentare con la sua macchina fotografica il cantiere per la costruzione del Rockefeller Center e durante questo mandato scatto quella foto che rimarrà nella storia di questo edificio.

Il motivo per il quale non gli fu subito attribuita la paternità della foto è legata al fatto che vi erano altri fotografi a collaborare alla redazione dell’album fotografico del Rockefeller Center.

Spesso, lo stesso Charles Ebbets era il soggetto delle foto, a prova dell’esistenza di altri fotografi in cima al Rockefeller. Tuttavia nel corso di questi anni nessun altro artista si è attribuito mai il merito di quella foto, che divenne famosa solo qualche anno dopo e non subito dopo la pubblicazione domenicale nel New York Herald Tribune.

Recentemente la famiglia Ebbets ha messo a disposizione delle indagini l’archivio di famiglia dove sono stati trovati diversi documenti che attestano il contratto di lavoro come fotografo per il Rockefeller center e lo stesso negativo originale nella lastra di vetro che dimostra la sua paternità di quello scatto di un pranzo a 260 metri di altezza.