Invasione di cimici cinesi, è allarme in gran parte d’Italia (2 / 2)

Dicevamo che il cambiamento climatico ha favorito la diffusione di insetti che erano poco compatibili con gli autunni miti a cui il Mediterraneo era abituato fino a pochi anni fa. Negli ultimi anni le temperature sono sempre più alte e questo ha significato un cambiamento anche relativo alla fauna locale. I primi casi di cimici cinesi si sono registrati soprattutto tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna.

Ma l’invasione ormai ha toccato anche il Sud, come testimonia il caso di Napoli. È stato il consigliere della terza municipalità Gennao Acampora a raccogliere le testimonianze di alcuni cittadini che parlano di ‘situazione al limite’. Acampora ha deciso di contattare l’Asl per far partire immediatamente una disinfestazione totale dell’area di Capodimonte e debellare il problema. Ma diverse segnalazioni arrivano anche da zone poco lontane da Capodimonte: i residenti di via Arenaccia e dei Colli Aminei lamentano un aumento esponenziale di cimici cinesi nei loro quartieri.

Non si tratta di un problema di poco conto: nel 2016 i cittadini della provincia di Udine arrivarono a chiedere lo stato di calamità naturale perché i parassiti spuntavano ovunque, nel vero senso della parola.  C’è chi dice di averne trovati alcuni anche nella propria doccia. Evitiamo allarmismi: sono innocue per l’essere umano. Sono indubbiamente fastidiose e molto maleodoranti quando schiacciate. Il problema sono i raccolti, in particolar modo per quanto riguarda i raccolti di soia e i frutteti. Per scacciarle basta una spruzzare acqua calda e sapone sulle zone dove sono solite poggiarsi. Il sapone le deidrata, provocandone la morte e impedendone la riproduzione.