Insegue una ciclista e si masturba davanti a lei. "Sono malato", si giustifica ai carabinieri

Una ciclista a Prato è stata seguita da un uomo in macchina che ha iniziato a masturbarsi. "Sono malato e seguito dai servizi sociali", si è giustificato ai carabinieri l'uomo, che ha diversi precedenti di natura simile.

Insegue una ciclista e si masturba davanti a lei. "Sono malato", si giustifica ai carabinieri

Momenti di paura per una ciclista, che è stata seguita da un maniaco in auto che si è masturbato davanti a lei. È stata la stessa donna a raccontare la storia ai media locali, chiedendo di rimanere anonima, con lo scopo di mettere in guardia altre donne ed esortarle a denunciare casi simili.

La vicenda si è svolta a Prato in Toscana, dove venerdì pomeriggio in pieno giorno la donna esce di casa in bici. Durante il suo percorso, inizia ad essere seguita da una macchina che la affianca, con il guidatore che prima mima l’atto della masturbazione, e poi inizia veramente a masturbarsi davanti a lei. Senza alcuna possibilità di lasciare la strada, accerchiata da un lato dal maniaco in auto e dall’altro da una fossa, la donna rallenta e si fa sorpassare dalla macchina.

Presa dal panico, si rende conto che l’auto ha proseguito per pochi metri e si è fermata, chiaramente in attesa del suo passaggio. “Riesco a prendere la targa e vedendo che si era posteggiato da una parte aspettandomi o per farmi chissà che cosa nel pieno panico chiamo subito i carabinieri”, racconta la vittima. “Gli urlo che stavo chiamando i carabinieri, scappo il più velocemente possibile sulla strada principale vicina e mi fermo al bar, sentendomi un po’ più al sicuro“.

L’uomo, davanti alla minaccia dell’arrivo dei carabinieri, nel frattempo scappa. Grazie però ai dati della targa che la donna aveva prontamente segnalato, viene rintracciato poco dopo dai carabinieri. Senza mostrare grande preoccupazione, il maniaco residente nella vicina Pistoia ha ammesso tutto, dicendo alla polizia che si tratta di una malattia da cui è affetto da 13 anni per la quale è anche seguito dagli assistenti sociali. Diversi i precedenti di natura simile già in carico all’uomo, che è però ancora libero di uscire e molestare le donne.

Le istituzioni devono fare qualcosa di concreto affinché non possano più in nessun modo rovinare le vite altrui”, si sfoga la vittima.  “In Italia, basta dire di essere “malati” per qualsiasi cosa si faccia di sbagliato. Ma così non deve più essere, deve cambiare qualcosa, dobbiamo cambiare in primis noi e denunciare denunciare denunciare!

La donna racconta che i primi giorni dopo l’accaduto era così sconvolta da non riuscire neanche a parlarne, e che ora ha paura ad uscire in bicicletta ed a ripercorrere la strada dove è avvenuto il fatto.

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