Influenza, quasi 2 milioni di italiani a letto. Emergenza bronchiolite a Roma (2 / 2)

Sono espirazione prolungata con sibilo, affanno e dispnea. In questi casi conviene rivolgersi prima al pediatra di famiglia e dopo se il bambino è affaticato e non vuole mangiare, è opportuno portarlo in pronto soccorso. “La terapia – ricorda Reale – consiste nell’ossigenazione e nella flebo per contrastare la disidratazione“.

All’origine di questa patologia possono esserci diversi virus come il virus respiratorio sinciziale ma anche il rinovirus o l’adenovirus. Una volta effettuati gli esami opportuni sui piccoli pazienti, si può capire quali agenti patogeni sono presenti nell’organismo.

 

“Nei bimbi più grandi si possono utilizzare anche cortisonici e broncodilatatori, che però funzionano poco. L’importante è non pensare di risolvere con l’antibiotico. Se non c’è una sovrainfezione batterica, questo tipo di medicinale è perfettamente inutile. Inoltre non bisogna allarmarsi se il bimbo non migliora rapidamente: il decorso è di 14 giorni, senza sconti”, ha concluso l’esperto.

Intanto a Mestre un uomo di 40 anni si trova in gravissime condizioni per un’influenza nel reparto di Rianimazione dell’ospedale. L’uomo aveva contratto il virus e dopo i primi sintomi tipici come la febbre alta, la situazione si è aggravata finché è stato necessario il trasporto d’urgenza presso l’ospedale.

Il paziente quarantenne è ricoverato da 10 giorni in Rianimazione presso l’ospedale Dell’Angelo ed è attaccato ad un macchinario. Purtroppo i medici hanno accertato che ha un grave problema respiratorio e le sue condizioni sono critiche ma è stato scoperto che l’uomo non era vaccinato. Il direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Ulss 3, Luca Sbrogiò, ha spiegato: “È un paziente giovane, senza problemi di salute, che non era vaccinato. Di per sé l’influenza è una malattia non grave, ma non per questo va presa sotto gamba. Purtroppo ci sono casi, come questo, dove le complicazioni sono particolarmente serie”.