Infermieri vendevano i morti degli ospedali alle onoranze funebri: 350 euro per ogni defunto (2 / 2)

Le agenzie in seguito fornivano dettagli e indirizzavano i clienti verso gli uffici per le pratiche. Un infermiere, rivolto a un altro indagato, dice: “Se dopo anni in camera mortuaria hai ancora dei minuti da pagare, significa che non hai capito come funziona“. Questa è un’intercettazione messa agli atti dall’inchiesta della procura di Bologna su un presunto business illecito legato al settore funerario. I Carabinieri del reparto operativo nucleo investigativo della compagnia di Bologna, hanno ricostruito questa catena organizzativa ed hanno smantellato l’enorme business legato proprio al settore funerario.

Adesso gli agenti stanno eseguendo un provvedimento che è stato emesso dal Gip per 30 persone, ognuna accusata in vari titoli di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla corruzione di incaricato di pubblico servizio, riciclaggio e violazioni connesse alla responsabilità amministrativa degli enti. Secondo le indagini, i due rappresentanti dei consorzi controllavano le camere mortuarie di due principali ospedali cittadini, il Maggiore e il Policlinico Sant’Orsola Malpighi. Si sono impegnati circa 300 Carabinieri tra le province di Bologna, Ferrara, Modena, Rimini e Gorizia per eseguire le misure cautelative, i sequestri e le perquisizioni.

Durante le indagini sono state anche individuate le sistematiche condotte di riciclaggio promosse e coordinate dagli indagati di vertice con anche il reinvestimento del rilevante “nero” aziendale dovuto ad una mancata fatturazione da parte dei servizi funerari che veniva gestito attraverso delle specifiche contabilità parallela da parte di altre persone che venivano incaricate a questa mansione. Inoltre, lo stesso denaro veniva utilizzato per soddisfare la provvista corruttiva e aumentare i guadagni.