“Il traffico di droga è un’impresa”, il Fisco chiede 5 milioni agli spacciatori (2 / 2)

Il gruppo ha ricevuto una cartella esattoriale da parte degli esperti del Fisco che hanno calcolato tasse per un importo pari a 5 milioni di euro, dichiarando: “L’attività illecita svolta in modo sistematico, abituale e professionale, mediante il compimento di una serie di atti coordinati, può essere inquadrata nell’esercizio di attività organizzata in forma di impresa diretta alla cessione di beni al dettaglio e, come tale, assoggettata a Irpef, Irap e Iva”.

Per l’Agenzia delle Entrate l’attività illecita svolta in modo abituale e sistematico, e questo è il fatto più singolare, può essere assimilato a una forma d’impresa diretta alla cessione di beni al dettaglio. Per questo motivo, anche se l’attività era illegale, doveva essere soggetta a Irpef, Irap e Iva.

La stessa Agenzia era stata attivata proprio dalla magistratura trentina per il vasto traffico di hashish e cocaina nel 

 

periodo che va dal 2015 al 2016 a Trento e Rovereto, è stato appurato che nessuno dei 24 aveva presentato una dichiarazione dei redditi e così ora, l’Erario ha richiesto indietro le imposte sui guadagni ottenuti anche se provengono da traffici illeciti, aggiungendo anche le sanzioni e gli interessi, il conto presentato ai narcotrafficante è stato molto salato. La morale di questa stora è: non dichiarare i proventi del business dello spaccio rischia di essere più pericoloso che dichiararli.