Il metodo tanto semplice quanto efficace adottato dal Portogallo per combattere l’evasione (1 / 2)

Il metodo tanto semplice quanto efficace adottato dal Portogallo per combattere l’evasione

Iniziamo subito con dei dati: l’Italia occupa un poco invidiabile sesto posto in una classifica mondiale. Quale? Quello delle tasse più alte. Ma il nostro Paese fa ancora meglio in un altro aspetto ‘negativo’ dell’economia: il rapporto tra debito pubblico e PIL è il quarto al Mondo. Insomma, c’è qualcosa nell’economia italiana che non funziona come dovrebbe, considerando che siamo tra gli otto paesi più sviluppati del pianeta. Secondo molti il problema principale -che causa tutti quelli secondari- è l’evasione fiscale. Troppa gente non paga le tasse, da Bolzano a Catania.

Come le persone che seguono l’attualità internazionale ricorderanno, nel 2013 il Portogallo subiva pressioni enormi dagli eurocrati per via della crisi finanziaria di quell’epoca. Non è un caso che in Italia il significato metaforico di ‘portoghesi’ è ‘gente che non paga il biglietto’. Ma in barba a quelli che dicono che certe abitudini non moriranno mai, dalle parti di Lisbona le cose sono cambiate eccome. Il Portogallo ha introdotto dei cambiamenti epocali nel suo sistema fiscale che hanno fatto rientrare cifre considerevoli nelle casse dell’Erario.

Il cambiamento portato dal governo di centro destra è stato, com’era facile prevedere, ‘elettronico’. La mossa vincente (a conti fatti, 5 anni dopo) è stata quella di collegare tutti i registratori di cassa portoghesi all’agenzia delle entrate, in modo da poter tracciare ogni singolo scontrino o fattura emessa. Per il momento le entrate di tasse sono aumentate in maniera notevole: +28,9% da imposte sul reddito personale e +23,7% da imposte societarie. Questo, in parole povere, vuol dire una cosa: l’evasione fiscale è diminuita. Di molto.