Il cantante Traffik rimane in prigione perché i suoi genitori non lo vogliono a casa ai domiciliari (2 / 2)

Il cittadino del Bangladesh fu rapinato del proprio cellulare e spinto per strada, andando a finire contro un’automobile in corsa e procurandosi una frattura alla gamba. Nonostante la condanna di due anni e tre mesi, Gallagher è tornato libero già sabato 20 luglio: niente più arresti domiciliari, solo obbligo di firma e divieto di uscire dalle 10 di sera alle 7 del mattino.

A Traffik è andata peggio. Anche a lui sono stati concessi gli arresti domiciliari, ma negli scorsi mesi il padre ha scritto alcune lettere al giudice affinché suo figlio non venisse rimesso in libertà. Anche il secondo tentativo del giudice di riaffidarlo alla casa in cui è cresciuto non è andato a buon fine: i genitori si sono opposti e per ora il trapper deve necessariamente rimanere in carcere.

Gallagher non pubblicava sui social dal 21 giugno: c’era una foto che lo vedeva con un iPhone in mano e un bavaglio sulla bocca. Ieri, quando ha appreso di essere tornato libero (ad eccezione dell’obbligo di firma), ha postato un video in cui abbraccia felice un amico (senza maglietta) in una strada in centro a Roma. Traffik non posta nulla su Instagram dal 21 marzo, poche ore prima dell’aggressione che lo ha messo nei guai.