I viaggi rendono più felici dei possedimenti materiali: lo dice la scienza (2 / 2)

Sarà forse per questo che viaggiare è una delle esperienze capaci di regalare le maggiori dosi di felicità, dati alla mano. No, non si tratta di un assioma arbitrario: è stato provato dalla scienza. D’altronde lo sappiamo bene che una delle cose maggiormente capaci di ammazzare la felicità e la serenità sia la routine, no? Non appena qualcosa smette di essere eccitante, dobbiamo patteggiare con noi stessi per accettarla in virtù di un supposto bene maggiore, identificato nella quieta e placida sopravvivenza in un ambiente confortevole. Ma non possiamo mentire a noi stessi affermando che la situazione sia ancora altrettanto interessante come lo era all’inizio.

A spiegare questo concetto ci ha pensato il dottor Thomas Gilovich della Cornwell University, il quale ha misurato i livelli di felicità di alcuni volontari quando veniva regalato a loro un oggetto a lungo desiderato, e quando invece si trovavano a viaggiare. Dopo aver fatto le dovute comparazioni, Gilovich ha desunto che il viaggio sia un’esperienza molto più articolata dal punto di vista sia emotivo che psicologico: la felicità per un regalo materiale viceversa è inizialmente molto elevata, ma scema presto e lascia poche tracce.

Le esperienze fatte durante un viaggio, al contrario, hanno il potere di cambiare in maniera anche significativa la psiche di una persona: vedere nuovi posti, ricevere nuovi stimoli, apprendere nuove abilità, dover fare fronte ad imprevisti di vario genere, sono tutte cose che arricchiscono il bagaglio esperienziale e che possono perdurare per una vita intera. In altre parole, il viaggio è ciò che ci ha spinti ad uscire dall’Africa agli albori della nostra razza ed a colonizzare l’intero pianeta, ed ancora oggi rappresenta un’esperienza di formazione straordinaria. Mentre un regalo materiale, non è altro che la sublimazione di un bisogno che viene solo parzialmente soddisfatto attraverso la sensazione di possesso; un tipo di felicità effimero, destinato a spegnersi presto senza lasciare grandi tracce di sé.